mercoledì 4 marzo 2015

Immaginare il Diverso

 "Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terrificante; il pensiero è implacabile nei confronti del privilegio, delle istituzioni ufficiali, delle comode abitudini; il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente all'autorità, incurante della ben collaudata saggezza del passato. Il pensiero affonda lo sguardo nell'abisso dell'inferno e non se ne ritrae spaventato. Il pensiero vede l'uomo, debole frammento, immerso in oceani senza fondo di silenzio; e tuttavia non rinuncia al proprio orgoglio, e resta impassibile come  se  fosse  il  signore  dell'universo.  Il  pensiero  è  grande,  veloce  e  libero,  è  la  luce  del  mondo,  è  la suprema gloria dell'uomo.
Ma, perché il pensiero divenga possesso di molti, anziché privilegio di pochi, dobbiamo farla finita con la paura. È la paura a impastoiare gli uomini: il timore che le loro amate credenze si rivelino illusorie, che le istituzioni grazie alle quali campano si dimostrino dannose, che essi stessi si manifestino meno meritevoli di rispetto di quanto non avessero supposto". ( B. Russell )


Voglio riprendere subito col tormentone già lanciato in varie lettere: se domani per incanto sparisse il male dal mondo, sparissero guerre, debito e politici corrotti, come sfrutteremmo questa grande opportunità, come riorganizzeremmo la nostra nuova società ? La domanda sembra banale ma non lo è affatto: "facendo le cose giuste" sarebbe la risposta in genere, ma ognuno avrà ben diverse idee sulle cose da fare. Alla fine forse non si farebbe altro che replicare il passato, replicare un nuovo schema a Piramide, perchè quello abbiamo ora nella testa, perchè sistemi alternativi non vengono mai presi in considerazione. Ci accontenteremmo magari di un suo surrogato più accettabile, di una "piramide dal volto umano", per parafrasare uno slogan che andava di moda in passato, ma sempre piramide sarebbe. E alla lunga tornerebbe ad acuirsi, tornerebbe a selezionare il conformismo da automi, le opposizioni ed i rapporti sadomasochisti come motori intrinseci, e si arriverebbe di nuovo alle brutture attuali. Bisogna cambiare schema. Cominciare ad immaginare qualcosa di veramente alternativo.

CONSAPEVOLEZZA + TRASMUTAZIONE
Come dice Travor in  uno spezzone del film "Un sogno per domani": "Certe persone hanno troppa paura per pensare che le cose possano essere diverse ... il mondo non è tutto quanto merda, ma credo che sia difficile per certa gente che è abituata alle cose così come sono, anche se sono brutte, cambiare ... e le persone si arrendono ... e quando lo fanno poi tutti, tutti ci perdono". Ciononostante Trevor riesce ad avviare, con le sue parole e le sue azioni, una "catena virtuosa" nella sua città, e ad avvicinare la madre Arlene al professore che, riuscendo a superare vecchi traumi infantili, accetterà infine l' amore di lei.
La morale della favola è che la consapevolezza a nulla serve senza la successiva trasformazione dei comportamenti; fermarsi alla consapevolezza equivale ad un "coitus interruptus", ad un paradosso, come se, tornando a quanto detto nell' ultima lettera, ci si arrestasse all' affioramento dei contenuti inconsci ora visibili e non si procedesse ad elaborarli e reintegrarli nella mente cosciente: ciò non porta ad alcun cambiamento, nè al raggiungimento di alcuna evoluzione del proprio stato.
O come se ci si fermasse alla scoperta di un tesoro e lo si lasciasse lì, senza attrezzarsi di vanga e riportarlo alla luce; come se si scoprisse la formula chimica di un nuovo rivoluzionario propellente e ci si accontentasse di tenerla chiusa in un cassetto.
Bene o male sono in tanti ormai ad arrivare alla consapevolezza che "le cose non vanno" ed intuire anche il perchè; molti meno riescono a fare di questa consapevolezza un motivo di trasformazione, personale prima e sociale poi. "Ma che possiamo fare noi di fronte ad ostacoli tanto giganteschi ?" mi chiederai. Beh, per esempio cominciare proprio con quanto suggerisce Trevor nel film, "passare il favore": nel nostro caso potremmo impegnarci a far aprire gli occhi a tre conoscenti che sappiamo ancora in piena balìa del Pensiero Unico, chiedendo poi a loro di fare altrettanto. Gli esempi sono tanti, basta volerli cercare: l' importante è abbattere furiosamente, per quanto materialmente possibile ad ognuno di noi, ogni tenace caposaldo, ogni assioma del pensiero da automi quale già descritto in più occasioni. Ripeto: per quanto possibile ( non si richiede il martirio ) nei vari atteggiamenti che adottiamo nella nostra quotidianità, e in riferimento anche a quanto detto nell' ultima lettera, questo sarebbe il personale procedimento da seguire:

1) Rifiutare ogni intima pulsione di evidente egoismo, avidità, sopraffazione, ecc.
2) Individuare le nostre spinte sane, riconoscerne la deviazione surrogata operata dal sistema e dai suoi falsi sacerdoti, e reindirizzarle verso un atteggiamento più originale, sano e spontaneo.
3) Crederci: credere che questo contribuirà effettivamente a cambiare lo status-quo, ed impegnarsi ad applicarlo, ognuno al proprio livello della piramide, nei comportamenti e nelle scelte che quotidianamente ci si presentano dinnanzi.    

SOSTITUIRE IL FRATTALE
In pratica si tratta di cominciare a sostituire dalla base il solito frattale a piramide con uno a rete di solidarietà; sostituire il solito egoismo nei rapporti con un' idea di empatia; in una parola costruire, con l' ausilio dell' intelligenza ma anche dei sentimenti, un legante sociale di solidarietà e amore che pian piano penetri e destrutturi quello attuale di competitività, di odio, di contrapposizione continua. Il che non vuol dire essere dei felici "tontoloni", ma al contrario saper sviluppare al massimo grado l' intelligenza razionale e il sentire empaticamente. Trasformarci da Automi in Uomini con un sano gesto di intima, spontanea, costruttiva disobbedienza. Senza questa prima, difficile conquista personale nessun diverso schema sociale potrà mai essere immaginato, nè tantomeno implementato.
E una volta costituita una tale forma-mentis di base, sarà allora più facile, quasi spontaneo trarne da essa anche i futuri vertici, le nuove capacità e persone sulle quali riversare il nostro consenso, il nostro potere di massa, il nostro rinnovato inconscio collettivo, non più prostituito come oggi succede a pochi egoistici lenoni. Non dimentichiamo mai infatti che è da "noi" che i pochi dominanti traggono il loro potere, riuscendo a plasmare a loro piacimento innanzitutto proprio il materiale umano, riuscendo ad eludere le nostre vere tendenze e bisogni con surrogati che, pur creando un uomo mutilato ed infelice, ben lo adattano ad essere funzionale al sistema oggi soprattutto economico. Togliendogli il tempo per pensare, ma rimpinzandolo di porcherie palliative quali svago, intrattenimento, media, consumo, informazione e cultura preconfezionata ad hoc, minimalismo dei valori, materialità, fretta, impegni di ogni sorta. Solo riuscendo innanzitutto a ripulirci veramente di questo pseudo-pensiero e riportare alla luce le nostre esigenze più intime e veritiere riusciremo infine a concepire anche una diversa struttura, che prenda innanzitutto in considerazione un diverso modo di produrre, destituendolo da quell' altare di "massimo profitto", dogmatica aspirazione esistenziale su cui oggi è stato poggiato.
Riportando la produzione al suo mero ruolo di pura necessità, ci riapproprieremo quindi anche del TEMPO necessario a pensare a quale democrazia, quale sistema di voto, quale struttura politica sarà meglio indicata a regolare un nuovo e più desiderabile stile di vita. Ancora una volta, tutto sta a convincerci che il nemico principale da combattere siamo noi stessi, in quanto così "deformati", così artificiosamente condizionati a pensare ed agire da un sistema affinchè non fossimo d' intralcio al suo funzionamento. Un sistema di valori peraltro obsoleto, forse utile nell' '800, ma che ha ormai fatto il suo tempo e ora sta mostrando soltanto le sue intrinseche esasperazioni, le sue distorsioni e brutture, il suo aspetto più diabolico. E' tempo di liberarcene, prima che la macchina ormai impazzita si liberi di noi. Oggi abbiamo un' unica scelta: tornare a dominare la macchina, facendo della produzione un mezzo e non un fine.  

UNA SCUOLA DIVERSA
Il film pone anche il tema di una diversa scolarità, con la figura di questo professore un po' "outsider" che cerca di far nascere il pensiero autonomo nei ragazzi, anzichè condizionarli ad accettare acriticamente il pensiero vigente. Oggi la scuola non fa altro che imbottire di sterile nozionismo le menti proprio quando sarebbero più giovani e reattive; le scuole superiori non fanno che fornire una preparazione "tecnica" che li inserisca in un mondo che però non sa più quel che vuole; tutti in generale forniscono pensieri preconfezionati da altri ma nessuno si preoccupa di insegnare a pensare con la propria testa e sentire con il proprio cuore. Un diverso esempio di scolarità è stato per esempio quello introdotto da Maria Montessori, peraltro assai poco applicato. Anche qui vediamo che le cose potenzialmente ci sono già, basterebbe andarle a recuperare ed applicarle.
Come ci sono già verità scritte dentro di noi, dalle quali attingere per fornirsi dei necessari mattoni per l' ideazione e costruzione di un nuovo schema sociale. Le cui leggi esterne-sociali dovranno adattarsi a quelle interne-umane, e non il contrario come oggi avviene.

Alla prossima, tuo Patrick Troll