domenica 7 giugno 2015

Fine

Cara Amica, siamo così giunti alla fine di queste nostre lettere. Fanne buon uso, per sempre tuo Patrick Troll.

DI SOLE E D' AZZURRO

Voglio parlare al tuo cuore
leggera come la neve
anche i silenzi lo sai,
hanno parole
Dopo la pioggia ed il gelo
oltre le stelle ed il cielo
vedo fiorire il buono,
di noi il sole e l'azzurro sopra i nevai
 

Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come domenica di sole e d'azzurro
Voglio parlare al tuo cuore
come acqua fresca d'estate
far rifiorire quel buono di noi anche se tu, tu non lo sai
Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come domenica di sole e d'azzurro.

venerdì 5 giugno 2015

Chiese e dogmi ( aggiornato )

Certo lascia quantomeno perplessi constatare quanta poca coerenza esista nella chiesa tra le parole di Cristo, che essa predica, e la loro fattiva messa in opera. Già il semplice fatto che il sedicente "Cristianesimo" si sia suddiviso in differenti dottrine (Cattolicesimo, Protestantesimo, Ortodossia) ognuna delle quali rivendica per sè l' "ufficialità" e la "verità", è un paradosso se confrontato con l' insegnamento di Gesù, insegnamento a carattere universale. Ma l' uomo si sa è più propenso a seguire sempre la facile, diabolica tentazione del darsi etichette esteriori in base alle quali identificarsi, dividersi e contrapporsi, piuttosto che accettare l' idea di amore universale predicata da Cristo. E' più propenso a contaminare le sue parole con la "propria" legge, o comunque interpretarle in tal senso: un senso secolare che viene quasi sempre contaminato e distorto da interessi materiali e terreni, che poco hanno di spirituale e celeste. Fede e religiosità non sempre infatti vanno di pari passo, ed anche un ateo può essere sostenuto da una fortissima fede: con "fede" va infatti intesa la somma di valori, idee, e relativi comportamenti che ognuno sceglie a guida del proprio orientamento nell' esistenza: TUTTI, quindi, indistintamente tutti agiamo "con fede", e come abbiamo visto più volte è molto facile per il Sistema infiltrarsi in tale sistema valoriale, fino a sostituire completamente quella che dovrebbe essere la fede nel naturale sviluppo umano verso il suo bene, con quella negli interessi del sistema stesso, ed uno sviluppo innaturale verso il male dell' uomo.  Per dirla con Fromm: "Le nostre motivazioni, idee e credenze consce sono un miscuglio  di false informazioni,  preconcetti,  passioni irrazionali, razionalizzazioni,  pregiudizi,  sul quale  galleggiano  brandelli  di verità dando la sicurezza,  per quanto illusoria, che l'intera mistura sia reale e vera". In generale quindi possiamo dire che noi tutti agiamo "con fede" principalmente a favore di una legge, una dottrina dogmatica e comportamentale scritta in qualche libro "all' esterno" di noi, invece che favorire la scoperta e lo sviluppo della legge già scritta "dentro" di noi, senza la quale non solo qualsiasi Utopia, ma nemmeno qualsiasi normativa di civile convivere sarebbe possibile.
Ma la Chiesa non era sorta proprio per salvaguardarci da questo pericolo ? Non dovrebbe essa predicare "con parole ed opere" una fede nella parte più spirituale e migliore dell' uomo, non dovrebbe farsi capire con semplicità e chiarezza anche agli ultimi, mostrarsi con l' esempio ai semplici aldilà delle difficili interpretazioni dei testi, non dovrebbe costituire quel "buon pastore" posto a guida e protezione del suo gregge ? E non è invece storicamente successo che essa, se non proprio combaci, ma si sia quantomeno spesso schierata proprio a fianco di quei "cattivi pastori" descritti fin dalla prima lettera, quelli che ingannano il gregge contribuendo a perpetuare il controllo ed il dominio dei pochi sulle moltitudini ?

lunedì 1 giugno 2015

Educazione, istruzione e formazione

Cara Amica, abbiamo già enunciato molti ingredienti atti a costituire la base fondamentale del nostro nuovo e desiderabile sistema. Immaginandolo già ad un suo primo livello di implementazione, cominciamo però ad avvederci anche di alcuni difetti intrinseci, cui ovviare con opportune strategie onde evitare che possano concretizzarsi. Queste le maggiori obiezioni che balzano immediatamente all' occhio:

1) Come evitare che, in un sistema produttivo come descritto, ove scompaiano povertà e scarsità ed anzi abbondanza e benessere siano ampiamente diffusi, e dove il tempo liberato dal lavoro torni ad essere nuovamente disponibile alla gente, questa non si trasformi in una massa di zuzzurulloni dedita solo a coltivare hobby vari, dedicarsi ad inutili passioni, e a consumare in modo irrazionale, tornando così ad alimentare la catena del consumismo e quindi alterare il nostro ideale equilibrio produttivo ? Come evitare che la tentazione materialista finisca di nuovo per investire, guidare e determinare l' intera esistenza ?

2) Come evitare che i soliti furbi riescano in qualche modo ad impadronirsi dei desideri, dei pensieri e quindi delle azioni della gente, tornando al costituirsi di pseudo-ideologie che di nuovo dividano la gente in gruppi spingendola a contrapporsi, in nome di interessi di parte piuttosto che dell' interesse collettivo ?

Questi i due maggiori pericoli che nessun sistema, per quanto perfetto, può eliminare da solo: nessuna normativa, per quanto ben studiata, sarà mai immune dal rischio di essere più o meno facilmente aggirata dai furbi di mestiere, e da gruppi che si propongano di predominare sugli altri, considerandoli alla stregua di massa di imbecilli da sfruttare a proprio esclusivo vantaggio. E torniamo al solito discorso che nulla potrà un sistema "esterno", per quanto ben progettato, se ogni singolo componente della società non sarà stato opportunamente educato ed istruito a comprendere e seguire i suoi veri interessi, che non sono di tipo materiale.      

domenica 24 maggio 2015

Sul Reddito di Cittadinanza

Quanto al Reddito di Cittadinanza c'è poco da dire: è uno strumento indispensabile per far ripartire il sistema produttivo e la società nel suo complesso, tantopiù che esso è previsto dalla stessa normativa europea, e variamente applicato in tutti i paesi dell' Unione, tranne Italia e Grecia. Ovviamente anche questo avrebbe poco senso se applicato come strumento singolo, magari atto semplicemente a reiterare il vecchio stato di cose; il suo senso più compiuto, come visto anche parlando di Moneta Complementare, dovrebbe essere quello "strumento concomitante" agli altri già esaminati, in grado se usati contestualmente di avviare e portare ad una prima attuazione di quella trasformazione complessiva del Sistema Produttivo e Distributivo come enunciata in questa lettera.
Va da sè che per assolvere a tale funzione lo strumento del reddito di cittadinanza non può assumere la forma di una "carità assistenziale", ma dovrà rispondere al concreto criterio di rimettere veramente il singolo in grado di "potersi spendere" e poter concretamente agire a livello di collettività, e dar forma a quel tipo di comunità già vista quale cellula base, "valvola energetica", agente primo di trasformazione del vecchio e implementazione del nuovo sistema.
Con una copertura alle spalle che ne garantisca e tuteli l' esistenza, sia il disoccupato che l' imprenditore prossimo ad impiccarsi troveranno nuovo motivo di vita e di speranza, e potranno finalmente intuire ed approcciare anche un nuovo modo di gestirsi e di rimettersi in gioco, un modo autonomo che, anche grazie all' introduzione dello Scec e del meccanismo di Empori e Botteghe, consenta un legame con la realtà locale svincolato dai ricatti e dalle pretestuose pressioni sia nazionali che europee. Ancora meglio se, grazie all' azione congiunta di questi strumenti, arriveranno a formarsi delle piccole cooperative che, consapevoli della nuova realtà da affrontare, sappiano rivedere il modo, i fini ed i beni della produzione, indirizzandola a prodotti di possibile diretto smercio e utilizzo sul territorio, e da questo pienamente assorbiti. Ecco che cadrà anche il mantra che occorra "produrre molto", in quanto occorrerà produrre solo "il giusto"; e sparirà anche quello della "competitività", sostituita da una comune pianificazione delle reali esigenze, e delle potenzialità di reale assorbimento del territorio. Lo stesso concetto di lavoro comincerà a perdere la sua connotazione attuale di asservimento ad un "mercato" artefatto, per assumere quella più veritiera di "puro strumento" atto alla soddisfazione del reale fabbisogno, soddisfatto il quale si libereranno il tempo e la vita dell' uomo dalla schiavitù e dal ricatto esistenziale, per impiegarli finalmente verso scopi più autentici, genuini e veritieri. Un punto d' arrivo sarà inoltre quello di arrivare a regolamentare la proprietà dei mezzi di produzione come già precedentemente enunciato, in modo da costituire quell' osmosi e capacità di assorbimento di base, che garantiranno che la domanda di potenziale lavoro sia sempre superiore all' offerta.
Questo dunque il vero senso e direzione di un reddito di cittadinanza, da applicarsi contestualmente agli altri strumenti già visti, di concreta e immediata possibilità di attuazione.

venerdì 22 maggio 2015

Sull' utilità di una Moneta Complementare

"La moneta è un mezzo, il fine siamo noi" ...

Riprendo questo breve ed efficace slogan adottato da "Arcipelago Scec" per descrivere la vera funzione della moneta, perchè riassume in due parole quanto già trattato in questa lettera, ma che ancora la maggior parte delle persone si ostina a non voler comprendere. Non solo, si ostina a non voler prestare attenzione nemmeno a chi volonterosamente cerca di aprir loro gli occhi. Questo il primo motivo a valido sostegno dell' introduzione generale di una moneta locale affiancata all' Euro: coscientizzare la massa sul vero ruolo giocato dalla moneta, e sul fatto che tale ruolo sia stato oggi usurpato, illegittimamente, dai Mercanti.
Aver a che fare contemporaneamente con due monete tanto simili nell' emissione, in quanto fatta dal nulla ( moneta fiat ), ma tanto diverse nel fine, in quanto l' una è DONATA mentre l' altra è creatrice di un debito capestro e realmente impagabile ( tutta la moneta circolante semplicemente sparirebbe ), porterà finalmente anche costoro, costretti ad armeggiarvi quotidianamente, a porsi delle domande, a chiedersi come sia mai possibile "regalare i soldi", a chiedersi dove stia la differenza tra le due monete, a chiedersi infine se tale differenza abbia un senso, e perchè. E via di questo passo, fino a compiere finalmente quel primo passo di consapevolezza, primo passo senza il quale non si va da nessuna parte, e si continueranno ad intendere fischi per fiaschi secondo gli astuti dettami dei media, e non si arriverà mai a comprendere la base minima e necessaria su cui costituire una sana società. Fermo restando quindi che l'obiettivo finale da raggiungere sia quello di una moneta emessa senza debito, preferibilmente a livello Europeo e di BCE, vediamo i motivi per cui l' introduzione temporanea e parallela di una moneta locale, meglio se unica sul territorio nazionale, sia da avvalorare ed auspicare.

mercoledì 20 maggio 2015

Un esempio concreto

Persone come il "vero" economista Pierluigi Paoletti da tempo si spendono per la costruzione di un' alternativa possibile, un' utopia realizzabile, in grado di sostituire efficacemente l' attuale sistema. Il suo "Progetto Arcipelago" prevede, oltre all' introduzione di una moneta locale quale lo SCEC, tutta una serie di iniziative atte a trasformare dalla base l' intero sistema di produzione e scambio, partendo appunto dalla loro concretizzazione all' interno della cellula base, quella piccola comunità da noi menzionata nella precedente lettera. In pratica Paoletti riassume concetti qui già espressi, dando però loro tutta la forza della concretezza, della tangibilità e fattibilità. Basta leggerlo per capire, oltre la logica lapalissiana del discorso, che si tratta di una "persona bella", prototipo di quella "Autorità Razionale" che si prende davvero a cuore i problemi di tutti, di quell' autorità che vorremmo finalmente vedere all' opera in ogni ganglio di controllo, al posto degli odierni masnadieri. Purtroppo tali iniziative non possono, e non devono, rimanere a carico solo di poche persone di buona volontà: per arrivare ad una vera progettualità diffusa bisogna che se ne parli a livello di sedi comunali, ed in tali sedi vengano adottati i provvedimenti che sono possibili e attuabili, a partire dall' adozione dello SCEC come moneta complementare all' Euro.
Riporto sotto una sua stessa esposizione sull' idea e sul funzionamento del meccanismo di Empori e Botteghe, fatta con semplici e disarmanti parole, prima manifestazione di sincerità e veridicità.

venerdì 15 maggio 2015

Produzione: tornare alle piccole comunità

Così come è impossibile frenare di botto una locomotiva in corsa, è impensabile pensare di fermare questo sistema opponendosi frontalmente, in quanto il sistema ormai controlla tutto, e non c'è alcuna via per tale opzione. L' unica via è quella di pensare e mettere gradatamente in atto un sistema di cose PARALLELO che col tempo arrivi a SOSTITUIRSI all' esistente, che finirà per crollare sotto il peso delle sue stesse contraddizioni se solo la gente accetterà di svegliarsi e di non costituire più quella massa di allocchi rincretiniti, tanto facili da ingannare e controllare. Se solo accetterà in una parola di non più alimentarlo, cominciando a trasformarsi da massa di automi eterodiretti in individui pienamente consapevoli.
Il compito fondamentale del nostro nuovo modello produttivo sarà quello di relegare la produzione al suo mero ruolo di necessità, di soddisfacimento di un fabbisogno reale e non dettato dal consumo coatto, garantendo invece l' ottimale sviluppo delle più autentiche e specifiche potenzialità umane. In primo luogo quindi bisognerà escogitare un sistema che annulli o riduca al minimo la lotta di classe, l' invidia, la competizione: un sistema che di fatto non crei classi chiuse, ma che sia invece osmotico ed aperto ad un possibile continuo cambiamento interno. Nel nostro sistema nessuno dovrà più essere indotto all' indigenza o alla disperazione, nè costretto a suicidarsi perchè fallito lavorativamente: la possibile richiesta di lavoro dovrà di fatto superare sempre l' offerta, garantendo sempre la possibilità di reinserimento. Non solo: poichè la nostra Utopia è pensata per lo sviluppo progressivo dell' Uomo, nel nostro sistema l' attività di insegnamento, educazione, possibilità di sviluppo individuale durerà tutta la vita, e non si esaurirà col periodo scolare. Non ha senso quindi che il singolo sia legato a vita ad una attività in base al ricatto esistenziale, in quanto le sue attitudini potrebbero mutare nel corso dell' esistenza: ognuno dovrà essere libero di poter cambiare attività quando ne senta la necessità, non in base al mero guadagno ma alla propria realizzazione. Il lavoro dovrà quindi fornire la massima possibilità di realizzazione personale, e la minima costrizione esistenziale: ci saranno sempre persone diverse, naturalmente portate a diversi tipi di attività, chi a quella manuale, chi a quella intellettuale, chi a quella di relazione, chi a quella creativa, senza bisogno di particolari costrizioni. E questo garantirà anche la "qualità" delle mansioni svolte, in quanto chi non risulterà o non si sentirà adeguato per una mansione sarà sempre libero di poter approdare senza particolari drammi o costrizioni ad una di diverso tipo. 
Impossibile dite ? "Noo, non esiste sporco impossibile" recita una nota pubblicità. Allo stesso modo i limiti che poniamo alla nostra immaginazione, e alla sua realizzazione, sono perlopiù esistenti solo nella nostra testa, e nella "sporcizia" indotta dall' attuale sistema e dal nostro attuale modo di pensare, di percepire e condurre l' esistenza. Basterà cominciare a grattare via tale sporcizia ed investire diversamente le pure energie sottostanti così riportate in luce.

mercoledì 13 maggio 2015

Quale lavoro ?

Cara Amica, abbiamo già accennato al tema del Lavoro in questa lettera, parlando dei concetti di "scarsità" e "abbondanza", e vedendo come il mainstream attuale, giocando sulle parole ed occultando ogni vera dinamica dei fatti, fornisca una visione sempre parziale atta a non far comprendere i temi nella loro complessità, e quindi interiorizzare solo ed unicamente i "mantra" del Pensiero Unico, impedendo la visione dell' intera trama del grande gioco di controllo in atto ad ogni livello, e quindi il potersi formare di un pensiero alternativo concreto ed attuabile.
Torniamo oggi sul tema, demolendo i principali mantra dimostrandone la loro assurdità, scoprendo i veri interessi che dietro ad essi si celano, e cercando di capire se e come sia possibile concepire e costruire un diverso approccio al tema basilare della produzione, del lavoro, della distribuzione, del consumo, riconducendoli al vero ed essenziale scopo che essi dovrebbero ricoprire in un mondo "normale".

mercoledì 6 maggio 2015

Autorità e Potere, Qualità e Utopia

“Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore e senso di inferiorità. L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.”
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.
“E quale lupo vince ?”
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti: “Quello a cui dai da mangiare.”
( Fiaba Cherokee )

Quello sopra riportato è un magistrale esempio di sintesi, e di come spesso tante parole non servano quanto un' unica immagine a mostrare tanto bene, nel nostro caso, i difficili concetti della lotta tra il Bene e il Male, dell' Autorità Razionale che va conquistata innanzitutto interiormente, del compito cui siamo chiamati o senso della vita. Cara Amica, anch' io sono consapevole di usare ancora troppe parole in queste nostre lettere, benchè mi sforzi al massimo nel verso della sintesi e della stringatezza concettuale, odiando l' inutile prolissità: magari avessi la capacità di quel saggio Cherokee ! Una così acuta capacità di penetrazione, operata con mente e cuore, che arriva a far commuovere chi legge quelle poche, semplici righe !
Comunque sia, una volta ammessi i miei limiti, proviamo ad analizzare la principale obiezione che ti sarà sorta leggendo la lettera precedente: "belle parole, ma cosa possiamo noi di fronte ad una Autorità Irrazionale esterna tanto ben organizzata e potente, cosa possiamo noi così piccoli di fronte al Potere Costituito ?" 

venerdì 1 maggio 2015

Quale Autorità ? Quale Conoscenza ?

"Perchè è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità, 
le fedi fatte di abitudine e paura, 
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, 
l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto"
   ( Guccini, "Dio è morto" )

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"
   ( Dante, Inferno XXVI ) 

A questo punto ci troviamo per l' ennesima volta a brancolare nel buio: ad un' attenta analisi vediamo che nessun potere istituito, nesunna ideologia o credo istituito, nessuna autorità costituita ce la racconta giusta, nessuno ce la racconta tutta, nessuno ce la racconta pulita. Ovunque volgiamo lo sguardo troviamo sempre lo stesso clichet per cui a frammenti di verità vengono aggiunti chili o quintali di ideologia di comodo, che sostanzialmente serve a due scopi:
1)  al fine di cementare, fortificare e perpetuare la struttura organizzativa stessa
2)  al fine di creare dei "binari interni", una guida che venga interiorizzata dalla persona in modo che sia portata ad orientarsi autonomamente verso i dettami sociali. Senza tale orientamento interno, nessuna autorità esteriore potrebbe nulla.
E' il fenomeno che abbiamo chiamato come "massificazione" dell' individuo, l' istituirsi di quell' Inconscio Collettivo che lo guiderà, più o meno consapevolmente, ad orientarsi nella collettività secondo i dettami del modello sociale in uso. All' autorità esterna si aggiunge così un' autorità interiorizzata che più o meno ricalca la stessa tendenza, la stessa volontà di quella esteriorizzata. E' quello che Fromm chiama un "autoritarismo moderno", il cui volto, pur vestendosi da istituzioni democratiche, è sempre essenzialmente quello autoritario per cui si tende a delegare e riporre fuori di noi, in una qualche autorità costituita, la nostra vera guida.

lunedì 20 aprile 2015

Crocifissione, archetipo di eterogenesi dei fini

"Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi compiuto in mezzo a loro   opere  che  nessun  altro  ha  mai  compiuto, non avrebbero  alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio". ( Giovanni 15: 22-24 ).

Che si creda o meno nella divinità di Cristo, bisogna pur ammettere, stante l' abbondanza delle diverse fonti e la successiva trattazione in ogni contesto culturale, l' esistenza storica di un uomo chiamato Gesù. Ora, anche volendo esser scettici e facendo l' opportuna tara a quanto ci è pervenuto, dovremmo saper tributare alle sue parole quantomeno la stessa fiducia che riponiamo ciecamente nella Tv, nei vari accademici e saccenti, nelle varie ideologie storico filosofiche: se siamo tanto disposti a prestar fede ed informarci su quelle e credere a tanti pensatori in buona o dubbia fede, perchè dovremmo chiuderci aprioristicamente di fronte alle parole di Cristo ? Questo è quantomeno intellettualmente disonesto. Ma ben sia, partiamo pure da un contesto puramente storico-filosofico per cui ti esorto, Amica mia, a dimenticare ogni indottrinamento strutturalmente indotto ( chiesa, catechismo, dogmi ecc ) e, ancora una volta, a ragionare solo con la nostra testa. Usando i due strumenti principe fin qui visti: ossia quello della "logica", per cui accetteremo o scarteremo un assunto semplicemente in base alla sua coerenza interna al discorso, e quello del "sentire intimo", per cui di fronte all' ulteriore dubbio chiederemo aiuto alla nostra voce interna, quella più genuina e spontanea, se un determinato concetto o legge sia ad essa corrispondente o meno, e più o meno in sintonia con essa. E sarà sempre un ulteriore processo logico, dopo tale consultazione "dentro noi stessi", a dirci se tale legge è in opposizione o in empatia con quanto vi abbiamo scorto. Ancora una volta adotteremo quindi, fin dove possibile, nient' altro che il principio filosofico del "conosci te stesso" a farci da guida nella nostra indagine.

giovedì 16 aprile 2015

Scelta e libero arbitrio

Il fatto è, cara Amica, che nella realtà Bene e Male non si presentano quasi mai con la netta separazione raffigurata dal Giano bifronte ( se così fosse tutto sarebbe relativamente semplice ) ma appaiono ovunque, sempre o quasi sempre, mescolati fra loro, conferendo a quanto ci si presenta innanzi un' ambiguità difficile da dirimere; e sappiamo per esperienza quanto il Male abbia necessità di travestirsi, di trarre in inganno, di usare una maschera buonista per confondere la gente. Se così non fosse, semplicemente non saprebbe fare il suo mestiere; e quanto il potere e il sistema cerchino di imbrogliarci abbellendosi con dichiarazioni, parole, indottrinatori fuorvianti lo abbiamo ampiamente visto parlando di debito pubblico e di media, per fare solo un paio di esempi.
Le cose pertanto, già difficili a livello di una chiara e quanto più veritiera presa di coscienza, si complicano ulteriormente quando dalla conoscenza si deve passsare ad operare una scelta e l' azione conseguente. Anche perchè abbiamo visto come sia facile per questo sistema traviare anche le migliori intenzioni: quanti, sinceramente intenzionati a migliorare il proprio futuro per sè e per gli altri, avranno per esempio aderito alle cosiddette "primavere" arabe, strumentalizzate e "colorate" a loro insaputa dalla "Comunità Internazionale" per i suoi fini mercantili e di dominio, ritrovandosi oggi nell' ancor peggiore situazione che ben conosciamo ? Quanti avranno dato a tale causa la loro sincera energia ritenendola una causa genuina ? O ancora quanti aderiscono per "buona volontà" ad organizzazioni ed enti sedicentesi "umanistici" o "caritatevoli", e che magari poi risultano essere gestiti sottobanco da una qualche sigla internazionale con il duplice scopo di confondere le acque, dare una facciata di buonismo ad intenti di sottomissione, e magari costituire il fertile terreno per operazioni di guerra psicologica ? E guardando nella nostra quotidianità più semplice ed immediata, quante organizzazioni di beneficienza e volontariato non sono che il lavacro di facciata per gruppi di persone peraltro ben saldamente convinte a mantenere in vita un sistema capitalista profondamente ingiusto nelle sue fondamenta ? Quante persone attraverso queste organizzazioni, cavalcando e sfruttando un qualsivoglia malessere sociale ed il buon cuore di tanti ingenui aderenti in buona fede, non fanno che tacitare la loro coscienza sulle vere cause del malessere stesso, e lavarsene le mani con una semplice quanto facile "raccolta fondi", senza peraltro osare davvero sviscerarle, affrontarle e metterle in discussione ? "Sono testimonial della causa Pinco Pallino, quanto mi sento giusto !" "Ho inviato due euro via sms per la causa Pallino Pinco, quanto mi sento giusto !"

martedì 14 aprile 2015

Distinguere il Bene dal Male

Cara Amica, oggi ci poniamo un quesito grosso grosso: è in grado l' uomo di distinguere il Bene dal Male, e secondariamente di scegliere il Bene ?

Stando a quanto detto fin qui, si potrebbe tentare di rispondere "Sì": proprio a questo dovrebbe servire la maggior consapevolezza. Attraverso un percorso di progressivo aumento di consapevolezza abbiamo visto come tutto il creato risponda a leggi univoche, e come tali leggi siano in un certo senso già scritte anche dentro ognuno di noi. Abbiamo anche visto che, per fortuna, le vie per arrivarci sono molteplici e le più diverse, andando dall' analisi di tipo introspettivo e psicologico all' osservazione scientifica della natura, dalla più semplice intuizione attraverso linguaggi subliminali ed universali quali la musica e le immagini oniriche allo studio dei veri filosofi che osservano la regola del "conosci te stesso". In questa lettera, parlando di Fromm, abbiamo visto ancora come egli giunga ad individuare poche "esigenze inalienabili", intrinseche all' uomo, che non possono rimanere inascoltate, ma la cui soluzione può avvenire sia in senso positivo e adattivo alla vita, creando condizioni favorevoli all' individuo ed alla società intera, sia in senso distorto ed adattivo alla morte, facendo "ammalare" sia il singolo che la collettività. Fromm dunque individua con un' indagine di tipo psicologico quella che potremmo chiamare "l' anima" dell' individuo, quella parte in cui andare a cercare le più genuine leggi per il nostro vivere e convivere. Anima individuale che diventa perciò anche anima dell' intera società, da lui individuata col termine di "carattere sociale". Un carattere ( che qui chiamiamo inconscio collettivo ) a tutt' oggi ancora completamente "automatizzato" e volto a conseguire la modalità dell' Avere ( che comporta contrapposizione, sopraffazione, volontà di dominio, egoismo come collante sociale, ecc. ) piuttosto che quella dell' Essere ( che comporta empatia, sviluppo etico, ricerca dell' amore quale collante sociale, ecc ). La trasmutazione da una modalità all' altra, che deve avvenire prima nel singolo individuo trasformandolo da automa eterodiretto a persona consapevole, e poi investire la collettività, contribuirà a conseguire quella trasmutazione complessiva portando progressivamente l' Inconscio Collettivo, oggi "deviato e storpiato" dall' immanenza storica e dai suoi dettami, a trasformarsi in direzione sempre più etica, fino a combaciare con quello che qui chiamiamo "Divino Collettivo" e che con le ultime lettere abbiamo visto magistralmente espresso in Natura e nel Creato.

venerdì 10 aprile 2015

La divina proporzione e tesi di "Divino Collettivo"

"Il valore di verità che l'uomo ricava dalle scienze e dalle arti, i cui oggetti egli costruisce, è garantito dal fatto che la mente umana, pur nella sua inferiorità, esplica un'attività che appartiene in primo luogo a Dio. La mente dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui imita la mente, le idee, di Dio, partecipando metafisicamente ad esse".

Riprendiamo il discorso iniziato in una precedente lettera, parlando di Musica e Legge di Fibonacci, introducendo un' altra legge assai particolare, nota in matematica e geometria col nome di "Sezione Aurea". Come vedremo tale legge, conosciuta già dagli antichi Greci, ha strettissime interconnessioni con la legge di Fibonacci, in quanto anche qui troviamo sempre a farla da padrone quel magico numero "Phi" 1,618 quale rapporto costante di "armoniosa costruzione". La sezione aurea è nota anche come regola aurea o rettangolo aureo, in quanto applicabile soprattutto all' architettura e alle arti figurative quale modello compositivo per antonomasia, quale risultante compositiva più gradita e più "bella" a vedersi. E ciò non perchè sia un aprioristico assioma matematico a stabilirlo, ma perchè semplicemente dedotto dall' osservazione empirica e, come più tardi Leonardo da Vinci e gli artisti umanisti dimostreranno, da calcoli eseguiti direttamente sulle proporzioni del corpo umano, di cui l' Uomo Vitruviano è il più classico esempio, o dall' osservazione della natura. Gli antichi Greci usarono ampiamente tale regola empirica per la costruzione dei loro templi e in scultura: tutta l' arte classica greca è un trionfo della sezione aurea. In fotografia e pittura essa prende anche il nome di "Regola dei Terzi", in quanto l' inquadratura o la tela da riempire vengono idealmente suddivise sia orizzontalmente che verticalmente in tre terzi, entro i quali disporre la composizione. Essa non solo diventa quindi la regola compositiva per antonomasia nelle arti figurative ed architettoniche, ma il rettangolo aureo denota la forma degli oggetti più comuni, quali possono essere un tavolo, una finestra, il formato dei fogli su cui scriviamo, un quadro, così come le stesse proporzioni compaiono nella configurazione del nostro braccio, di una nostra gamba, dell' intero scheletro e dello stesso volto umano. L' intima relazione con la Legge di Fibonacci è anche riscontrabile nel fatto che, come appare nell' immagine di testa, suddividendo il nostro rettangolo secondo la Regola Aurea ne appariranno altri entro cui potremo inscrivere la nota forma a spirale.  Alcune immagini serviranno a chiarire l' idea più di molte parole.

mercoledì 8 aprile 2015

Il linguaggio dimenticato

"I sogni sono come un microscopio attraverso il quale possiamo vedere gli avvenimenti nascosti della nostra anima" ( E. Fromm ).

Un altro esempio di linguaggio universale è costituito dal sogno; non solo il sogno ci parla attraverso immagini delle nostre dinamiche più intime e inconscie, ma capire e interpretare il linguaggio del sogno serve anche a comprendere il vero contenuto tramandatoci, attraverso un linguaggio analogo, dalle fiabe e dai miti. Ovviamente l' indagine analitica del sogno richiede tecnica, dedizione ed esperienza che non è possibile acquisire tramite la lettura di queste poche righe nè di un libro; serva a noi soltanto sapere dell' esistenza di queste dinamiche, e capire che il sogno che così si manifesta non è nè un caso nè un capriccio della mente, ma che ogni sogno, anche il più apparentemente banale o assurdo, porta con sè un significato profondo e ben preciso. Serva inoltre a capire che le immagini prodotte costituiscono l' ennesimo esempio di linguaggio innato, trasversale e comune a tutti gli uomini; linguaggio che è stato semplicemente "dimenticato" col tempo e con l' utilizzo di altri più complessi e strutturati, inseriti dall' acculturimento e dalle convenzioni sociali. Ecco un altro esempio di qualcosa di cui sarebbe utile tornare ad impossessarci, magari inserendolo come materia di studio nelle scuole.
La potenza del linguaggio per immagini sta non solo nella sua universalità ed immediatezza, ma anche nella straordinaria "plasticità" espressiva per cui una stessa immagine può "condensare" in sè più significati anche opposti, oppure esprimere una parte per il tutto; e comunque poter esprimere in un millisecondo una sensazione, un sentimento che descrivere a parole sarebbe lungo e difficile a farsi ( la stessa cosa la troviamo in poesia, con le cosiddette figure retoriche quali la metafora, la metonimia, la sineddoche, che appunto ricorrono alla descrizione simbolica per immagini ). Inoltre l' immagine arriva diretta al dunque, sorpassando ogni censura razionale e portando sempre a bersaglio il proprio messaggio, che venga o meno riconosciuto dalla coscienza vigile. Questo ben lo sanno i pubblicitari che coi loro spot ci parlano appunto in questo modo: attraverso lo spot non si cerca la comunicazione razionale e concettuale del prodotto, quanto generarne il suo desiderio attraverso l' EMOZIONALITA', con un processo analogo e "inverso" ( poichè va dall' esterno all' interno ) a quello del sogno. I contenuti del sogno sono dunque tipicamente emozionali; il sogno ci parla dei sentimenti legati ai conflitti che rappresenta, sentimenti talvolta tanto intensi ed inconfessabili da venir sottoposti alla nostra stessa censura, che rende il film onirico strano e apparentemente incomprensibile. Sono tali forti emozioni inconsce a trasformarsi in immagini, in quanto linguaggio più adeguato ad esprimerle: immagini che, grazie alla loro plasticità, esprimono sia il vero significato inconscio che la loro deformazione operata dalla nostra censura razionaleggiante. Capire il linguaggio simbolico delle immagini e la dinamica con cui operano costituisce dunque anche una valida difesa contro gli invadenti spot pubblicitari, e ci fornisce gli anticorpi necessari verso la ben più pericolosa ed infida "propaganda", aiutandoci a capire come essa faccia breccia nelle nostre menti attraverso l' emozionalità indotta, ed a saper meglio individuare e rigettare le sue più subdole dinamiche emozionali. Ci allena a porci, di fronte ad una raffigurazione, le fondamentali questioni: "Cosa mi dice, che sentimenti mi suscita, e perchè ?", e a sviluppare quell' intuizione profonda che riesce ad andare oltre la pura razionalità. E come dice Fromm, si tratta di un "linguaggio dimenticato" in grado spesso di metterci in più stretto contatto con la nostra anima.

giovedì 26 marzo 2015

Vorrei essere una sinfonia

Vorrei essere una sinfonia
dolce e leggera
che vola nel tempo
sciogliendosi in lacrime
di dolore e amore
filo invisibile
che ci unisce
a tutti gli altri esseri


Son salito
sulle ali di un volatile assai strano
Svolazzando
tra tempeste di macerie ormai lontane
mi ha portato nelle vie
di stelle illuminate


Assaporando le sue piume
nei cieli sconosciuti
mi ha ridato la speranza
di una vita ormai scordata


Bevendo le sue lacrime
son salito nell' Olimpo
di dei ormai sconfitti
rallegrandomi con loro
mi son seduto
accanto a Dio
liberando la mia anima


( da "Camminando" di E. Bernardi )

lunedì 23 marzo 2015

Se con Mozart la mucca è felice, c'è ancora speranza

Alcuni studi condotti dall'Università di Madison nel Wisconsin (Usa) hanno dimostrato che la produzione di latte nelle mucche che ascoltano musica sinfonica aumenta del 7,5%. Le mucche sono anche più predisposte a riunirsi nella stalla quando suona della musica.

Mi ha sempre incuriosito e dato molto da pensare questo fatto, in quanto se è facilmente constatabile che la musica sia forse per antonomasia il linguaggio universale tra gli umani, in quanto tutti grossomodo rispondiamo con le stesse sensazioni all' ascolto di diversi brani musicali, più difficile è accettare che anche gli animali, ed addirittura le piante come dimostrato da ulteriori esperimenti, abbiano una "mente" in grado di reagire allo stesso modo alla stimolazione indotta dall' ascolto di musica. Difficile perchè questo infligge un duro colpo alla nostra arroganza di ritenerci al livello più alto della scala evolutiva, enormemente superiori al mondo vegetale ed animale; difficile perchè colpisce pesantemente l' assunto di comune dominio per cui il godimento di certe forme di linguaggio "artistico" sia esclusivo appannaggio degli intelletti più acculturati ed evoluti; difficile infine perchè tutto questo induce giocoforza a dover tralasciare il concetto che sia l' intelligenza umana a penetrare e recepire determinati linguaggi, per approdare ad uno completamente diverso, che preveda l' esistenza di un qualcosa, mente o istinto o inconscio che dir si voglia, universalmente presenti in ogni essere vivente e in grado di recepire allo stesso modo linguaggi più propriamente "universali".

venerdì 20 marzo 2015

Considerazioni su Media e Internet




"Sono un essere umano, porca puttana, la mia vita ha un valore. E tutto questo non lo accetterò più !"

I giornali vanno bene al massimo per accendere il fuoco; la Tv neanche per quello. Una volta almeno c'era Carosello, con le sue storielle a sfondo etico; c'era il buon maestro Manzi che insegnava a leggere e scrivere; c'erano gli sceneggiati di Anton Giulio Majano che proponevano al vasto pubblico i classici della letteratura. Ogni tanto un film che faceva anche pensare, ed un varietà un po' meno idiota della media. Oggi niente, tabula rasa, elettroencefalogramma piatto: in tv non è rimasto nient' altro che un po' di genialità negli spot pubblicitari, totalmente asservita al mercato. Per il resto è il trionfo del trash, della menzogna gratuita, della superficialità, dell' idiozia imperante. "Affermare questo è scoprire l' acqua calda", dirai Amica mia; ma intendo addentrarmi un po' più in là nel discorso. Intanto consiglio la visione di "Quinto Potere", che per quanto datato è ricchissimo di spunti di discussione tuttora validi. 

mercoledì 18 marzo 2015

Fromm, tra Individuo e Società

"Per  chiunque abbia qualche vaga nozione di storia la tesi dell'innata distruttività umana quale causa primaria della guerra è semplicemente assurda" ( E. Fromm ).

Una volta cominciata l' azione di ripulitura della nostra mente dai pensieri assiomatici indotti dal sistema, dalle tesi speciose dei vari sacerdoti ad esso asserviti, dalla deviazione e mutilazione della nostra più intrinseca genuinità verso i surrogati di comodo, verrà spontaneo chiedersi dove andare a trovare le leggi più vere, i valori più puri sui quali costruire in modo più positivo sia la nostra vita che il modo di associarsi. Se la mente umana infatti fosse una "tabula rasa" su cui poter scrivere di tutto, a questo punto resteremmo semplicemente con una lavagna pulita; se gli impulsi distruttivi fossero veramente quelli primari non solo non potremmo sradicarli, non solo non si darebbero eccezioni comportamentali di sorta, non solo non avremmo alcuna produzione artistica, filosofica, o di pensiero spirituale, ma l' umanità stessa si sarebbe già estinta da un pezzo. Ma come abbiamo visto già in precedenti lettere, il fatto di "deviare" l' uomo verso condizionamenti innaturali, vuoi di tipo produttivo, vuoi di controllo sadico, vuoi di tipo aggressivo verso i suoi simili comporta un MALESSERE che, per essere tollerato, deve venire compensato in diverso modo dalla struttura sociale. Questo ci dice non solo che la mente non è una tabula rasa, non solo che gli impulsi distruttivi fanno parte di queste deviazioni e non della natura umana, ma anche che devono esserci nell' uomo delle leggi innate ben precise la cui storpiatura porta al malessere e all' infelicità, mentre la loro osservanza porta ad una condizione di pienezza di vita e felicità. Del resto già il nostro semplice lavoro di ripulitura ed introspezione ci porta a distinguere i pensieri falsamente indotti da quelli genuini e spontanei, e a "percepire istintivamente" quel qualcosa già scritto dentro di noi, che possiamo anche chiamare "anima". Ci porta insomma a saper distinguere autonomamente ciò che è Bene da ciò che è Male.

martedì 10 marzo 2015

Si può fare

"Molti  diranno  che  la  gente  non  ha  bisogno  di  ideali,  che  non  vuol  saperne  di  trascendere  il  sistema referenziale  in  cui  è inserita. Al  contrario,  la  gente  è  animata  dal profondo  desiderio  di  qualcosa  per  cui  possa  operare  e  in  cui  possa  aver  fede.  La  debolezza  dell'attuale  società  risiede  proprio  in  ciò,  che  essa  non  offre  ideali,  che  non esige alcuna fede, che non ha visioni, a parte quella dell'aumento sempre della stessa cosa". ( E. Fromm, "La disobbedienza e altri saggi" ).

"Si può fare" è il titolo di un film con Claudio Bisio, ambientato nella "Cooperativa 180", una delle istituzioni sorte in seguito alla legge Basaglia per il reinserimento sociale dei pazienti dimessi dai manicomi. Ambientato in una "gabbia di matti" insomma, che, come abbiamo fatto con l' esperimento di Stanford, prenderemo ad esempio e raffigurazione simbolica della più estesa gabbia di matti in cui si è trasformata l' intera nostra società attuale. Anche qui i parallelismi e gli spunti di riflessione offerti dal film sono molteplici, offrendo una lettura che può essere fatta su diversi livelli. Vediamone alcuni tra i più coerenti col nostro discorso e con la formulazione della nostra utopia. 

PERCHE' LE RIVOLUZIONI FALLISCONO
La cooperativa è diretta dal dott. Del Vecchio, primario che si limita a somministrare ai pazienti pesanti dosi di psicofarmaci e tenerli impegnati con piccoli lavori assistenziali forniti dal comune, quali incollare francobolli sulle lettere. Nonostante la spiccata creatività dimostrata dai pazienti, Del Vecchio si limita quindi ad un lavoro di pura sorveglianza, tenendoli "addormentati" anzichè cercare di risvegliare al massimo grado possibile le loro potenzialità, le loro caratteristiche personali e le capacità di spontanea collaborazione che pur dimostrano anche nel semplice atto di appiccicare i francobolli, sbagliandone apposta la posizione sulle buste, in modo da formare dei fantasiosi disegni che appaiono facendole scorrere. La rivoluzione concettuale voluta e introdotta da Basaglia è dunque sostanzialmente fallita, pur conservando l' apparenza istituzionale. E' fallita proprio per il ritorno trionfante del conformismo da automi, per la cieca osservanza di "regole burocratiche" che si dimenticano dell' umanità dei pazienti e delle loro reali esigenze; è fallita perchè ancora una volta la forma ha prevalso sull' idea; è fallita perchè Del Vecchio, come successo a Zimbardo, anzichè comportarsi da uomo libero e pensante rimane anch' egli prigioniero della struttura deidentificante, conformandovisi in modo acritico e svolgendo un ruolo puramente burocratico. E' fallita perchè Del Vecchio preferisce ascoltare i dettami inconsci del sistema, scordando ogni sua spontanea umanità e rinunciando ad applicare il pensiero critico ed il proprio libero arbitrio. E' fallita, in sostanza, perchè torna così inevitabilmente a ricrearsi il solito frattale a piramide, che esclude al suo interno la possibilità di un intervento più genuino dell' uomo a condurre la macchina istituzionale. Il solito circolo vizioso ed autoalimentante che si crea quando la dedizione ad una "forma esteriore" prevale sull' intima realtà umana; quando la dedizione ad un supposto "ruolo" prevale sul più genuino e spontaneo sentire.

sabato 7 marzo 2015

La costruzione di un Amore



Quando durante la composizione arriva la "frase giusta" si prova un profondo senso di pace e beatitudine, di gratitudine per quell' intuizione così esatta, così perfetta da procurare la pelle d' oca, ed una sensazione di amore, di fusione con gli altri e l' universo mondo. Mi capiranno bene tutti i musicisti, e gli artisti in genere ...

mercoledì 4 marzo 2015

Immaginare il Diverso

 "Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terrificante; il pensiero è implacabile nei confronti del privilegio, delle istituzioni ufficiali, delle comode abitudini; il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente all'autorità, incurante della ben collaudata saggezza del passato. Il pensiero affonda lo sguardo nell'abisso dell'inferno e non se ne ritrae spaventato. Il pensiero vede l'uomo, debole frammento, immerso in oceani senza fondo di silenzio; e tuttavia non rinuncia al proprio orgoglio, e resta impassibile come  se  fosse  il  signore  dell'universo.  Il  pensiero  è  grande,  veloce  e  libero,  è  la  luce  del  mondo,  è  la suprema gloria dell'uomo.
Ma, perché il pensiero divenga possesso di molti, anziché privilegio di pochi, dobbiamo farla finita con la paura. È la paura a impastoiare gli uomini: il timore che le loro amate credenze si rivelino illusorie, che le istituzioni grazie alle quali campano si dimostrino dannose, che essi stessi si manifestino meno meritevoli di rispetto di quanto non avessero supposto". ( B. Russell )


Voglio riprendere subito col tormentone già lanciato in varie lettere: se domani per incanto sparisse il male dal mondo, sparissero guerre, debito e politici corrotti, come sfrutteremmo questa grande opportunità, come riorganizzeremmo la nostra nuova società ? La domanda sembra banale ma non lo è affatto: "facendo le cose giuste" sarebbe la risposta in genere, ma ognuno avrà ben diverse idee sulle cose da fare. Alla fine forse non si farebbe altro che replicare il passato, replicare un nuovo schema a Piramide, perchè quello abbiamo ora nella testa, perchè sistemi alternativi non vengono mai presi in considerazione. Ci accontenteremmo magari di un suo surrogato più accettabile, di una "piramide dal volto umano", per parafrasare uno slogan che andava di moda in passato, ma sempre piramide sarebbe. E alla lunga tornerebbe ad acuirsi, tornerebbe a selezionare il conformismo da automi, le opposizioni ed i rapporti sadomasochisti come motori intrinseci, e si arriverebbe di nuovo alle brutture attuali. Bisogna cambiare schema. Cominciare ad immaginare qualcosa di veramente alternativo.

lunedì 2 marzo 2015

Il Capitalismo è un artefatto contro natura, l' uomo e un vero mercato

 "La  nostra  specie  è  talmente  priva  di  saggezza,  a  tal  punto  incapace  di  amore imparziale, così sorda persino ai più elementari dettami dell' autoconservazione, che la prova suprema della sua sciocca ingegnosità sarà lo sterminio di ogni vita sul pianeta?  Non posso credere che sarà questa la fine. Vorrei che gli uomini dimenticassero per un momento le loro diatribe e riflettessero che, se permetteranno a se stessi di sopravvivere, esistono tutti i motivi per aspettarsi che  i  trionfi  del  futuro  superino  in  misura  incommensurabile  i  trionfi  del passato.  Davanti  a  noi,  se  lo vogliamo, sta un continuo progresso in fatto di felicità, conoscenza e saggezza. E sceglieremo noi invece la morte perché siamo incapaci di dimenticare le nostre diatribe? Da essere umano, rivolgo un appello agli esseri umani: ricordatevi della vostra umanità e dimenticate il resto. Se così potrete fare, davanti a voi si spalancherà  la  strada  verso  un  nuovo  paradiso;  altrimenti,  nulla  si  aprirà  davanti  a  voi  se  non  la  morte universale”.  ( B. Russell ).

"Qual' è dunque la nostra odierna condizione?
Il capitalismo e un socialismo volgarizzato e deformato hanno portato l'uomo al punto da essere esposto al pericolo di trasformarsi in automa disumanizzato; l'uomo sta perdendo il proprio equilibrio mentale, è sull'orlo della totale autodistruzione". ( E. Fromm )

Cominciamo dunque a sbarazzarci di qualche luogo comune, caro al pensiero unico, anche per quanto riguarda la produzione ed i suoi sistemi. Cominciamo a farci qualche fragorosa e liberatoria risata alla faccia di Hobbes ( quello per cui l' intrinseca natura umana sarebbe semplicemente quella di lupo per gli altri uomini ), e di Adam Smith ( quello per cui il capitalismo, in un contesto di cosiddetto libero mercato, sarebbe regolato da una "mano invisibile" che ne regola e redistribuisce automaticamente benefici e vantaggi ).

sabato 28 febbraio 2015

Debito pubblico e riduzione in schiavitù

“È ammissibile che il lavoratore abbia atteggiamenti da libero pensatore nei confronti della proprietà? E che cosa ne sarà di noi, i ricchi? È ammissibile che il giovane la pensi liberamente in materia di sesso? E che ne sarà della morale? È ammissibile che i soldati la pensino liberamente in merito alla guerra? E che ne sarà della disciplina militare? Facciamola finita con il pensiero! Si  rientri  nelle  tenebre  del  pregiudizio,  per  tema  che  la  proprietà,  la  morale  e  la  guerra  siano  messe  a repentaglio!  Piuttosto  che  i  loro  pensieri  siano  liberi,  è  meglio  che  gli  uomini  siano  stupidi,  infingardi, tiranni. Infatti, se i loro pensieri fossero liberi, non penserebbero come noi, e questa calamità deve essere evitata a ogni costo”. Così ragionano, nelle profondità inconsce del loro animo, gli avversari del pensiero, e così agiscono nelle loro chiese, nelle loro scuole, nelle loro università. ( Bertrand Russell )

"Dunque,  la  disobbedienza,  nell'accezione  in  cui  qui  si  usa  il  termine,  è  un  atto  di  affermazione  della ragione  e  della  volontà.  Non  è  tanto  un  atteggiamento  contro  qualcosa,  quanto  un  atteggiamento  per qualcosa: per la capacità umana di vedere, di dire ciò che si vede, di rifiutare ciò che non si vede. Per farlo non occorre che l'uomo sia né aggressivo né ribelle: basta che tenga gli occhi aperti, che sia ben desto e desideroso di assumersi la responsabilità di aprire gli occhi a coloro i quali corrono il rischio di perire per il fatto di essere immersi nel dormiveglia". ( E. Fromm, "La disobbedienza e altri saggi" )

mercoledì 25 febbraio 2015

Siamo tutti Zimbardo

"Solo poche persone sono in grado di resistere alle tentazioni fornite dal potere e dal dominio su altri soggetti. Io stesso scoprii di non far parte di questa ristretta schiera" ( Philip Zimbardo, "The Lucifer Effect" ).

Cara Amica, torniamo senz' altro a riflettere sul nostro esperimento di Stanford descritto nella precedente lettera, affrontando un aspetto desueto e perlopiù ignorato dai vari analisti: ossia sulla figura di Zimbardo. Se infatti le analisi si sprecano per quanto riguarda le "cavie", la parte viva, quella che in tale micro-società potremmo chiamare la "massa" o la base sociale, ben poche parole si spendono su un aspetto altrettanto interessante dell' esperimento, ossia la trasformazione che coinvolge lo stesso Zimbardo, vale a dire il "vertice", l' ideatore e controllore dello stesso micro-sistema. Come abbiamo visto nemmeno lui, che dovrebbe costituire la variabile indipendente, è immune dalla logica schiacciante di tale meccanismo, finendo per esserne pienamente coinvolto e per reagire anch' egli completamente ipnotizzato dalla finzione da lui stesso creata, anzichè secondo una visione che al suo livello avrebbe dovuto mantenersi lucida e dotata di superiore distacco. Così, pur comprendendo che l' esperimento dopo soli pochi giorni è sfuggito al controllo, non ha nessuna intenzione di porvi termine, ed ubriaco del suo stesso gioco cerca di reprimere un tentativo di fuga da quella che è pur sempre una situazione fittizia facendo ricorso alle forze dell' ordine. Zimbardo finisce così per abdicare dal suo ruolo di scienziato e supervisore, abdica dalla sua "essenza" e, scambiando anch' egli la finzione per realtà, si immedesima completamente nel "ruolo", reagendo in modo inappropriato quando avrebbe potuto semplicemente interrompere la prova, accettando di fatto ogni risultato come avrebbe imposto un atteggiamento puramente scientifico.

sabato 7 febbraio 2015

La Prigione nella Mente

"Solo poche persone sono in grado di resistere alle tentazioni fornite dal potere e dal dominio su altri soggetti. Io stesso scoprii di non far parte di questa ristretta schiera" ( P. Zimbardo, "The Lucifer Effect" ).

Il film "The Experiment" è la fantasiosa trasposizione cinematografica di un reale esperimento scientifico, noto con il nome di esperimento carcerario di Stanford, condotto nel 1971 dallo psicologo Philip Zimbardo presso l' omonima Università di Palo Alto. ( cfr: Wikipedia, Sito Ufficiale dell' Esperimento, Documento video ).
Per tale esperimento, volto ad indagare le reazioni psicologiche che avvengono in persone normali inserite in un ambiente ad alto stress e deidentificante quale un carcere, vengono selezionati 24 giovani studenti sani, senza nessuna traccia di devianze psicologiche o comportamento violento, e dalla fedina penale pulita. Insomma persone del tutto "normali", ben adattate e tutte appartenenti alla classe media, alle quali viene spiegato che si tratterà di una simulazione della vita carceraria e che, estratti a sorte, dovranno sostenere il ruolo di carcerati o di guardie. Viene altresì vietata ogni forma di violenza fisica, pena la sospensione immediata dell' esperimento.
Lo studio, che si rifà alla teorie di Gustave Le Bon ( cfr. Psicologia delle Folle ) sulle trasformazioni che avvengono nell' individuo quando esso si trasforma in "massa", inizialmente pensato per durare un periodo di due settimane, dovette interrompersi appena al sesto giorno perchè sfuggito al controllo. Non solo da parte delle "cavie" che si erano ormai completamente identificate nel loro ruolo perdendo qualsiasi contatto con la realtà e la loro vera essenza di cittadini liberi che avrebbero potuto andarsene in qualsiasi momento, ma anche da parte dello stesso Zimbardo che, talmente preso dal suo compito, tenta di sopprimere con la forza un tentativo di fuga pur di non dover interrompere l' esperimento. E se da una parte le guardie, che assumono un ruolo sempre più violento e punitivo e, gratificate del loro senso di appartenenza al gruppo, vorrebbero continuare, dall' altra i prigionieri, che manifestano uno stato sempre maggiore di stress, isolamento e disturbi vari, non sono più in grado di percepire la finzione e pensando che ormai sarà impossibile uscire da lì si affidano illusoriamente chi ad un prete, chi ad un avvocato, arrivando infine ad organizzare un tentativo di rivolta.

giovedì 5 febbraio 2015

Sincerità



Cara Amica, ti chiederai perchè metta sul blog una banale canzonetta.
Per molti ottimi motivi, innanzitutto perchè poi tanto banale forse non è, e dice in modo semplice ed immediato concetti che altrimenti richiederebbero una lunga e difficile trattazione. Trattazione che, ancora una volta, passerebbe solo attraverso il cervello senza "toccare" in profondità, entrando probabilmente da un orecchio per uscire dall' altro. Innanzitutto quindi è proprio per polemica contro lo specioso pensiero accademico, contro chi ama esprimersi facendo inutile sfoggio di cultura col fine esplicito di essere solo incomprensibile ai più, ed implicito, molto probabilmente, di trarre in inganno.

mercoledì 4 febbraio 2015

Lavoro, Scarsità, Abbondanza



Dalla lettera precedente cominciamo ad intuire come la Verità venga "frantumata e coperta" dai media mainstream ( ma frammentata anche da molti sinceri ricercatori in Internet ) in mille rivoli inseguendo poi un singolo filo conduttore, che viene presentato sempre come "il" problema, anzichè cercare di vedere l' intera ragnatela, composta da vari fili tutti interconnessi tra loro. Così per esempio i media affrontano il problema del "Lavoro" come un tema a sè stante, parlandoci della sua "mancanza" e di disoccupazione con ampia documentazione di statistiche, creando e rafforzando in noi la convinzione che il lavoro effettivamente "manchi", e che non ci sia nulla da fare. Contestualmente il Governo vara leggi e decreti che lo regolamentano in modo sempre più schiavistico, ed i sindacati tentano qualche timida opposizione che potremmo definire di adeguamento, più che di reale volontà di affrontare il problema nella sua complessità. Così il tutto si chiude nel solito circolo vizioso dove si segue un solo, falso e specioso filo logico, finendo solo col rafforzare in noi la convinzione che "le cose stanno così, e bisogna adeguarvisi".

martedì 3 febbraio 2015

Moneta Debito, sterco del Demonio



Mia cara Amica, ricordi quando discutemmo a lungo di Signoraggio e Moneta Debito, quasi incapacitandoci a comprendere come fosse possibile attuare una simile truffa ai danni dell' umanità intera ? Non voglio qui tornare su quelle discussioni, essendo peraltro il web già pieno di siti che ne parlano spiegandola in modo approfondito; voglio solo riassumere con linguaggio semplice semplice i punti fondamentali del funzionamento della moneta come oggi applicato. Con linguaggio che tutti possano comprendere, attraverso la pura e semplice intuizione, in quanto l' inganno fattivo e pratico del Debito Pubblico è oltremodo subdolamente difeso, oscurato e rafforzato da troppi sedicenti "economisti" o "monetaristi" ufficiali. Tutti fior di accademici e laureati, guardiani del potere che si esprimono con linguaggio astruso ed incomprensibile, con complicati grafici, con elucubrazioni seriose e complesse, quando invece i concetti basilari sono semplicissimi da comprendere, ed una volta compresi permettono di accogliere le speciose tesi di questi "esperti" con una fragorosa risata. Nient' altro che fumo, a copertura del grande inganno del demonio.

domenica 1 febbraio 2015

L' Utopia e il mistero di Internet

In questo quadro dove tutto è basato sulla menzogna, sull' inganno collettivo e sulla falsa propaganda dei media, Internet costituisce un vero e proprio mistero: su Internet le cose bene o male si riescono a capire e, sebbene tra tanta confusione e tra mille dubbi, si fanno sempre più chiare le dinamiche e gli strumenti del dominio e del controllo che rischiano di portare l' intero globo in una condizione di moderna schiavitù perenne, dinamiche finora sempre occultate al popolino. Guardando le cose con grande distacco sembra quasi che ci sia in atto un grande gioco, un grande disegno che ci dice: "Vedi, questo è il modo con cui per secoli ti abbiamo sempre ingannato e dominato, per poi magari spingerti ad una guerra che non fa altro che riportare le cose a ripetersi daccapo. Ora hai modo di capire, di diventarne consapevole, e puoi scegliere: se continuare così, magari fino ad una sempre più probabile terza guerra mondiale, o se cercare di cambiare in qualche modo il gioco, che poi altro non è che il TUO gioco, e le sue regole".
Non con una rivoluzione o una guerra condotta da una qualche èlite che nel giro di poco tempo non farebbe altro che riportare a ripetersi sempre lo stesso schema, ma con una consapevolezza DIFFUSA che dovrebbe impedire proprio questa eventualità. Perchè parte dal basso e non dall' alto, perchè richiede che la gente SAPPIA E AGISCA, e non venga manovrata come burattini, perchè cambia lo schema da verticale ( dove sono sempre èlite di potere che determinano anche la rivolta ) ad uno orizzontale ( dove una popolazione consapevole dovrebbe finalmente evitare di farsi trascinare in scelte controproducenti quanto assurde, che fanno sempre l' interesse degli stessi, dei pochi a discapito della maggioranza ).

Seguaci della signora ipocrisia


Vorrei avere il coraggio

di sparire
rifiutando la realtà
che mi ammala la mente
che mi ferma il cuore
Vorrei tornare nel passato
annullando così le mie paure
dimenticando me stesso
morire


A voi egregi ...
colti, saggi ...
stracolmi di virtù
illustri maghi delle stranezze altrui
Custodi dell' ordine costituito
seguaci della signora ipocrisia

Che noia
questa falsa e squallida normalità
incolore, insapore, inodore

Ah ...
mia dolce e sincera pazzia
vero specchio del mio animo
libero da ogni giudizio

Grazie
mia cara amica follia
frutto della dolcezza
del mio Amore

( da "Camminando" di E. Bernardi )

sabato 31 gennaio 2015

Renzi sempre più verso una deriva Autoritaria

RENZI ROTTAMA MONTESQUIEU
Matteo Renzi, il rottamatore che non ha bisogno di chiedere consenso, tanto meno di essere eletto dal popolo (infatti non è mai stato parlamentare, ma dà comandi ai parlamentari), si sceglie e impone in parlamento il presidente della Repubblica, che invece dovrebbe rappresentare e garantire tutti, super partes. Facendolo, tradisce il Patto del Nazareno (che d’ora in poi potrà chiamarsi Patto del Giuda), e forma la sua terza maggiorana parlamentare, in perfetto stile africano.
La divisione dei poteri dello Stato sembrava un principio cardine, scontato oramai e indiscutibile, indispensabile ai fini della legittimità dello Stato, un’acquisizione definitiva e irreversibile della democrazia occidentale; ma evidentemente non era così, almeno in Italia: con le riforme del Senato e della legge elettorale, il nostro premier è riuscito a rovesciare il lavoro di Montesquieu, a ritornare a una struttura statuale come prima della rivoluzione francese. Ora infatti il premier unisce in sé il potere esecutivo, il potere legislativo, e un’ampia parte del potere di controllo. Inoltre, non vi sono contrappesi indipendenti da lui al suo strapotere.

venerdì 30 gennaio 2015

Conformismo da Automi

"La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi da democrazia di spettatori passivi in democrazia di partecipanti attivi, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private". 

"Per quanto meno infami dei meri sadici i burocrati sono più pericolosi, perché in loro non c’è neppure un conflitto tra coscienza e dovere". 
( Fromm, Fuga dalla Libertà ) 

Mia cara amica, come corollario e seguito della precedente lettera, ho trovato sul web questo elenco di atteggiamenti più o meno usuali, vero e proprio "contratto" che firmiamo con il sistema, conformandoci acriticamente ad esso. "Conformismo da automi", come lo definiva Fromm in "Fuga dalla libertà" ( scarica uno stralcio ), che non solo fa in modo che ci trasformiamo tutti in inconsapevoli guardiani di noi stessi e del potere, ma che, contribuendo a formare quell' Immaginario Collettivo che guida il nostro sentire, i nostri pensieri e le nostre azioni, si concretizza nel grande "Mostro Invisibile" visto sopra. Quello è il mostro, quello il vero nemico da combattere; il pericolo maggiore appunto di una più o meno volontaria "fuga" dalla libertà verso derive sempre più autoritarie. Si tratta di alcuni spunti di riflessione, molto validi sia per farci un piccolo esame di coscienza personale, che come argomenti dei quali poterci avvalere per cercare di far breccia quando ci troviamo a discutere con persone che ragionano secondo il Pensiero Unico.
Ecco il testo, alla prossima, tuo Patrick Troll.

giovedì 29 gennaio 2015

Chi sono "loro" ? Siamo noi !

 Alla fin fine mia cara Amica, dopo avere letto e riletto, cercato e ricercato, pensato e ripensato su chi siano i fantomatici detentori del potere che da dietro le quinte tirano le fila del mondo, si giunge alla conclusione che altro non siamo che noi, noi tutti, qualunque sia il nome o il volto che si usa dare al Grande Nemico, al Mostro Invisibile che così bene vediamo oggi all' opera a danno e controllo della popolazione intera. Ma ecco che, una volta meglio individuato il volto del nemico, vediamo anche quanto sarebbe teoricamente facile disfarsene: basterebbe infatti riconoscerlo e, poichè non potremo uccidere noi stessi, trasformarlo e rielaborarlo fino alla completa sparizione del mostro sociale che oggi ci sta divorando. Facile a dirsi, ma terribilmente difficile a farsi.
Il concetto è ben visualizzato in un vecchio film di fantascienza, dal titolo "La Cosa da un altro mondo", dove un mostro, ectoplasma invisibile ma molto concreto di un' energia che va via via rafforzandosi, fa strage degli scienziati stazionanti in una base al Polo Nord.
Inutili tutti i tentativi di distruggere la "Cosa" finchè il gruppo di uomini non si rende conto che essa si replica nutrendosi proprio della loro parte oscura, dei loro timori e della paura stessa che essa genera ed alimenta in loro, nonchè delle liti e divisioni intestine che grazie ad essa scaturiscono nel gruppo. Solo quando ciò sarà ben chiaro, ed un sentimento d' amore per una donna nascerà nel loro capitano, gli scienziati della base riusciranno a vincere il mostro riuscendo prima a visualizzarlo e poi a tendergli una trappola. Ma procediamo con calma.