giovedì 26 marzo 2015

Vorrei essere una sinfonia

Vorrei essere una sinfonia
dolce e leggera
che vola nel tempo
sciogliendosi in lacrime
di dolore e amore
filo invisibile
che ci unisce
a tutti gli altri esseri


Son salito
sulle ali di un volatile assai strano
Svolazzando
tra tempeste di macerie ormai lontane
mi ha portato nelle vie
di stelle illuminate


Assaporando le sue piume
nei cieli sconosciuti
mi ha ridato la speranza
di una vita ormai scordata


Bevendo le sue lacrime
son salito nell' Olimpo
di dei ormai sconfitti
rallegrandomi con loro
mi son seduto
accanto a Dio
liberando la mia anima


( da "Camminando" di E. Bernardi )

lunedì 23 marzo 2015

Se con Mozart la mucca è felice, c'è ancora speranza

Alcuni studi condotti dall'Università di Madison nel Wisconsin (Usa) hanno dimostrato che la produzione di latte nelle mucche che ascoltano musica sinfonica aumenta del 7,5%. Le mucche sono anche più predisposte a riunirsi nella stalla quando suona della musica.

Mi ha sempre incuriosito e dato molto da pensare questo fatto, in quanto se è facilmente constatabile che la musica sia forse per antonomasia il linguaggio universale tra gli umani, in quanto tutti grossomodo rispondiamo con le stesse sensazioni all' ascolto di diversi brani musicali, più difficile è accettare che anche gli animali, ed addirittura le piante come dimostrato da ulteriori esperimenti, abbiano una "mente" in grado di reagire allo stesso modo alla stimolazione indotta dall' ascolto di musica. Difficile perchè questo infligge un duro colpo alla nostra arroganza di ritenerci al livello più alto della scala evolutiva, enormemente superiori al mondo vegetale ed animale; difficile perchè colpisce pesantemente l' assunto di comune dominio per cui il godimento di certe forme di linguaggio "artistico" sia esclusivo appannaggio degli intelletti più acculturati ed evoluti; difficile infine perchè tutto questo induce giocoforza a dover tralasciare il concetto che sia l' intelligenza umana a penetrare e recepire determinati linguaggi, per approdare ad uno completamente diverso, che preveda l' esistenza di un qualcosa, mente o istinto o inconscio che dir si voglia, universalmente presenti in ogni essere vivente e in grado di recepire allo stesso modo linguaggi più propriamente "universali".

venerdì 20 marzo 2015

Considerazioni su Media e Internet




"Sono un essere umano, porca puttana, la mia vita ha un valore. E tutto questo non lo accetterò più !"

I giornali vanno bene al massimo per accendere il fuoco; la Tv neanche per quello. Una volta almeno c'era Carosello, con le sue storielle a sfondo etico; c'era il buon maestro Manzi che insegnava a leggere e scrivere; c'erano gli sceneggiati di Anton Giulio Majano che proponevano al vasto pubblico i classici della letteratura. Ogni tanto un film che faceva anche pensare, ed un varietà un po' meno idiota della media. Oggi niente, tabula rasa, elettroencefalogramma piatto: in tv non è rimasto nient' altro che un po' di genialità negli spot pubblicitari, totalmente asservita al mercato. Per il resto è il trionfo del trash, della menzogna gratuita, della superficialità, dell' idiozia imperante. "Affermare questo è scoprire l' acqua calda", dirai Amica mia; ma intendo addentrarmi un po' più in là nel discorso. Intanto consiglio la visione di "Quinto Potere", che per quanto datato è ricchissimo di spunti di discussione tuttora validi. 

mercoledì 18 marzo 2015

Fromm, tra Individuo e Società

"Per  chiunque abbia qualche vaga nozione di storia la tesi dell'innata distruttività umana quale causa primaria della guerra è semplicemente assurda" ( E. Fromm ).

Una volta cominciata l' azione di ripulitura della nostra mente dai pensieri assiomatici indotti dal sistema, dalle tesi speciose dei vari sacerdoti ad esso asserviti, dalla deviazione e mutilazione della nostra più intrinseca genuinità verso i surrogati di comodo, verrà spontaneo chiedersi dove andare a trovare le leggi più vere, i valori più puri sui quali costruire in modo più positivo sia la nostra vita che il modo di associarsi. Se la mente umana infatti fosse una "tabula rasa" su cui poter scrivere di tutto, a questo punto resteremmo semplicemente con una lavagna pulita; se gli impulsi distruttivi fossero veramente quelli primari non solo non potremmo sradicarli, non solo non si darebbero eccezioni comportamentali di sorta, non solo non avremmo alcuna produzione artistica, filosofica, o di pensiero spirituale, ma l' umanità stessa si sarebbe già estinta da un pezzo. Ma come abbiamo visto già in precedenti lettere, il fatto di "deviare" l' uomo verso condizionamenti innaturali, vuoi di tipo produttivo, vuoi di controllo sadico, vuoi di tipo aggressivo verso i suoi simili comporta un MALESSERE che, per essere tollerato, deve venire compensato in diverso modo dalla struttura sociale. Questo ci dice non solo che la mente non è una tabula rasa, non solo che gli impulsi distruttivi fanno parte di queste deviazioni e non della natura umana, ma anche che devono esserci nell' uomo delle leggi innate ben precise la cui storpiatura porta al malessere e all' infelicità, mentre la loro osservanza porta ad una condizione di pienezza di vita e felicità. Del resto già il nostro semplice lavoro di ripulitura ed introspezione ci porta a distinguere i pensieri falsamente indotti da quelli genuini e spontanei, e a "percepire istintivamente" quel qualcosa già scritto dentro di noi, che possiamo anche chiamare "anima". Ci porta insomma a saper distinguere autonomamente ciò che è Bene da ciò che è Male.

martedì 10 marzo 2015

Si può fare

"Molti  diranno  che  la  gente  non  ha  bisogno  di  ideali,  che  non  vuol  saperne  di  trascendere  il  sistema referenziale  in  cui  è inserita. Al  contrario,  la  gente  è  animata  dal profondo  desiderio  di  qualcosa  per  cui  possa  operare  e  in  cui  possa  aver  fede.  La  debolezza  dell'attuale  società  risiede  proprio  in  ciò,  che  essa  non  offre  ideali,  che  non esige alcuna fede, che non ha visioni, a parte quella dell'aumento sempre della stessa cosa". ( E. Fromm, "La disobbedienza e altri saggi" ).

"Si può fare" è il titolo di un film con Claudio Bisio, ambientato nella "Cooperativa 180", una delle istituzioni sorte in seguito alla legge Basaglia per il reinserimento sociale dei pazienti dimessi dai manicomi. Ambientato in una "gabbia di matti" insomma, che, come abbiamo fatto con l' esperimento di Stanford, prenderemo ad esempio e raffigurazione simbolica della più estesa gabbia di matti in cui si è trasformata l' intera nostra società attuale. Anche qui i parallelismi e gli spunti di riflessione offerti dal film sono molteplici, offrendo una lettura che può essere fatta su diversi livelli. Vediamone alcuni tra i più coerenti col nostro discorso e con la formulazione della nostra utopia. 

PERCHE' LE RIVOLUZIONI FALLISCONO
La cooperativa è diretta dal dott. Del Vecchio, primario che si limita a somministrare ai pazienti pesanti dosi di psicofarmaci e tenerli impegnati con piccoli lavori assistenziali forniti dal comune, quali incollare francobolli sulle lettere. Nonostante la spiccata creatività dimostrata dai pazienti, Del Vecchio si limita quindi ad un lavoro di pura sorveglianza, tenendoli "addormentati" anzichè cercare di risvegliare al massimo grado possibile le loro potenzialità, le loro caratteristiche personali e le capacità di spontanea collaborazione che pur dimostrano anche nel semplice atto di appiccicare i francobolli, sbagliandone apposta la posizione sulle buste, in modo da formare dei fantasiosi disegni che appaiono facendole scorrere. La rivoluzione concettuale voluta e introdotta da Basaglia è dunque sostanzialmente fallita, pur conservando l' apparenza istituzionale. E' fallita proprio per il ritorno trionfante del conformismo da automi, per la cieca osservanza di "regole burocratiche" che si dimenticano dell' umanità dei pazienti e delle loro reali esigenze; è fallita perchè ancora una volta la forma ha prevalso sull' idea; è fallita perchè Del Vecchio, come successo a Zimbardo, anzichè comportarsi da uomo libero e pensante rimane anch' egli prigioniero della struttura deidentificante, conformandovisi in modo acritico e svolgendo un ruolo puramente burocratico. E' fallita perchè Del Vecchio preferisce ascoltare i dettami inconsci del sistema, scordando ogni sua spontanea umanità e rinunciando ad applicare il pensiero critico ed il proprio libero arbitrio. E' fallita, in sostanza, perchè torna così inevitabilmente a ricrearsi il solito frattale a piramide, che esclude al suo interno la possibilità di un intervento più genuino dell' uomo a condurre la macchina istituzionale. Il solito circolo vizioso ed autoalimentante che si crea quando la dedizione ad una "forma esteriore" prevale sull' intima realtà umana; quando la dedizione ad un supposto "ruolo" prevale sul più genuino e spontaneo sentire.

sabato 7 marzo 2015

La costruzione di un Amore



Quando durante la composizione arriva la "frase giusta" si prova un profondo senso di pace e beatitudine, di gratitudine per quell' intuizione così esatta, così perfetta da procurare la pelle d' oca, ed una sensazione di amore, di fusione con gli altri e l' universo mondo. Mi capiranno bene tutti i musicisti, e gli artisti in genere ...

mercoledì 4 marzo 2015

Immaginare il Diverso

 "Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terrificante; il pensiero è implacabile nei confronti del privilegio, delle istituzioni ufficiali, delle comode abitudini; il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente all'autorità, incurante della ben collaudata saggezza del passato. Il pensiero affonda lo sguardo nell'abisso dell'inferno e non se ne ritrae spaventato. Il pensiero vede l'uomo, debole frammento, immerso in oceani senza fondo di silenzio; e tuttavia non rinuncia al proprio orgoglio, e resta impassibile come  se  fosse  il  signore  dell'universo.  Il  pensiero  è  grande,  veloce  e  libero,  è  la  luce  del  mondo,  è  la suprema gloria dell'uomo.
Ma, perché il pensiero divenga possesso di molti, anziché privilegio di pochi, dobbiamo farla finita con la paura. È la paura a impastoiare gli uomini: il timore che le loro amate credenze si rivelino illusorie, che le istituzioni grazie alle quali campano si dimostrino dannose, che essi stessi si manifestino meno meritevoli di rispetto di quanto non avessero supposto". ( B. Russell )


Voglio riprendere subito col tormentone già lanciato in varie lettere: se domani per incanto sparisse il male dal mondo, sparissero guerre, debito e politici corrotti, come sfrutteremmo questa grande opportunità, come riorganizzeremmo la nostra nuova società ? La domanda sembra banale ma non lo è affatto: "facendo le cose giuste" sarebbe la risposta in genere, ma ognuno avrà ben diverse idee sulle cose da fare. Alla fine forse non si farebbe altro che replicare il passato, replicare un nuovo schema a Piramide, perchè quello abbiamo ora nella testa, perchè sistemi alternativi non vengono mai presi in considerazione. Ci accontenteremmo magari di un suo surrogato più accettabile, di una "piramide dal volto umano", per parafrasare uno slogan che andava di moda in passato, ma sempre piramide sarebbe. E alla lunga tornerebbe ad acuirsi, tornerebbe a selezionare il conformismo da automi, le opposizioni ed i rapporti sadomasochisti come motori intrinseci, e si arriverebbe di nuovo alle brutture attuali. Bisogna cambiare schema. Cominciare ad immaginare qualcosa di veramente alternativo.

lunedì 2 marzo 2015

Il Capitalismo è un artefatto contro natura, l' uomo e un vero mercato

 "La  nostra  specie  è  talmente  priva  di  saggezza,  a  tal  punto  incapace  di  amore imparziale, così sorda persino ai più elementari dettami dell' autoconservazione, che la prova suprema della sua sciocca ingegnosità sarà lo sterminio di ogni vita sul pianeta?  Non posso credere che sarà questa la fine. Vorrei che gli uomini dimenticassero per un momento le loro diatribe e riflettessero che, se permetteranno a se stessi di sopravvivere, esistono tutti i motivi per aspettarsi che  i  trionfi  del  futuro  superino  in  misura  incommensurabile  i  trionfi  del passato.  Davanti  a  noi,  se  lo vogliamo, sta un continuo progresso in fatto di felicità, conoscenza e saggezza. E sceglieremo noi invece la morte perché siamo incapaci di dimenticare le nostre diatribe? Da essere umano, rivolgo un appello agli esseri umani: ricordatevi della vostra umanità e dimenticate il resto. Se così potrete fare, davanti a voi si spalancherà  la  strada  verso  un  nuovo  paradiso;  altrimenti,  nulla  si  aprirà  davanti  a  voi  se  non  la  morte universale”.  ( B. Russell ).

"Qual' è dunque la nostra odierna condizione?
Il capitalismo e un socialismo volgarizzato e deformato hanno portato l'uomo al punto da essere esposto al pericolo di trasformarsi in automa disumanizzato; l'uomo sta perdendo il proprio equilibrio mentale, è sull'orlo della totale autodistruzione". ( E. Fromm )

Cominciamo dunque a sbarazzarci di qualche luogo comune, caro al pensiero unico, anche per quanto riguarda la produzione ed i suoi sistemi. Cominciamo a farci qualche fragorosa e liberatoria risata alla faccia di Hobbes ( quello per cui l' intrinseca natura umana sarebbe semplicemente quella di lupo per gli altri uomini ), e di Adam Smith ( quello per cui il capitalismo, in un contesto di cosiddetto libero mercato, sarebbe regolato da una "mano invisibile" che ne regola e redistribuisce automaticamente benefici e vantaggi ).