giovedì 5 febbraio 2015

Sincerità



Cara Amica, ti chiederai perchè metta sul blog una banale canzonetta.
Per molti ottimi motivi, innanzitutto perchè poi tanto banale forse non è, e dice in modo semplice ed immediato concetti che altrimenti richiederebbero una lunga e difficile trattazione. Trattazione che, ancora una volta, passerebbe solo attraverso il cervello senza "toccare" in profondità, entrando probabilmente da un orecchio per uscire dall' altro. Innanzitutto quindi è proprio per polemica contro lo specioso pensiero accademico, contro chi ama esprimersi facendo inutile sfoggio di cultura col fine esplicito di essere solo incomprensibile ai più, ed implicito, molto probabilmente, di trarre in inganno.

Abbiamo visto nell' ultima lettera come tale razza di saccenti abbondi anche sul web, quando si tratta di argomenti "tosti" da affrontare, al solo fine di buttare fumo negli occhi, dividere in fazioni su argomentazioni puramente accessorie, giocare al solito gioco del mettersi una maglia, una divisa e creare un gruppuscolo di fideistici seguaci. Ai quali non viene chiesto ed insegnato a ragionare con la propria testa, ma solo di imparare bene la lezione del maestro.

Secondariamente perchè la gente ama mettere delle etichette, creare divisioni in compartimenti stagni per poter poi tifare per l' una o per l' altra squadra, come se il mondo intero non fosse che una gran partita di calcio, gioco che odio soprattutto per questo motivo.

Quando invece basterebbe affrontare le cose con un po' di giudizio critico, tanto buonsenso, ed ascoltando infine quella vocina interiore che ci dice quasi sempre in modo infallibile quando una cosa è giusta o è sbagliata. Quando basterebbe un po' di coerenza col nostro sentire più intimo, con la nostra anima, o come dice la canzone, appunto, con "sincerità". O, come diceva qualcuno, con gli occhi di un fanciullo.

Uno sguardo puro e sincero, un cuore semplice che ci metteranno sempre in guardia quando ci troviamo innanzi ad un assunto dogmatico; che ci porteranno a fregarcene delle etichette badando a quel che uno dice e non al suo vestito, che guarderanno alla Luna indicata dal saggio e non al suo dito.

Alla prossima, tuo Patrick Troll