lunedì 1 giugno 2015

Educazione, istruzione e formazione

Cara Amica, abbiamo già enunciato molti ingredienti atti a costituire la base fondamentale del nostro nuovo e desiderabile sistema. Immaginandolo già ad un suo primo livello di implementazione, cominciamo però ad avvederci anche di alcuni difetti intrinseci, cui ovviare con opportune strategie onde evitare che possano concretizzarsi. Queste le maggiori obiezioni che balzano immediatamente all' occhio:

1) Come evitare che, in un sistema produttivo come descritto, ove scompaiano povertà e scarsità ed anzi abbondanza e benessere siano ampiamente diffusi, e dove il tempo liberato dal lavoro torni ad essere nuovamente disponibile alla gente, questa non si trasformi in una massa di zuzzurulloni dedita solo a coltivare hobby vari, dedicarsi ad inutili passioni, e a consumare in modo irrazionale, tornando così ad alimentare la catena del consumismo e quindi alterare il nostro ideale equilibrio produttivo ? Come evitare che la tentazione materialista finisca di nuovo per investire, guidare e determinare l' intera esistenza ?

2) Come evitare che i soliti furbi riescano in qualche modo ad impadronirsi dei desideri, dei pensieri e quindi delle azioni della gente, tornando al costituirsi di pseudo-ideologie che di nuovo dividano la gente in gruppi spingendola a contrapporsi, in nome di interessi di parte piuttosto che dell' interesse collettivo ?

Questi i due maggiori pericoli che nessun sistema, per quanto perfetto, può eliminare da solo: nessuna normativa, per quanto ben studiata, sarà mai immune dal rischio di essere più o meno facilmente aggirata dai furbi di mestiere, e da gruppi che si propongano di predominare sugli altri, considerandoli alla stregua di massa di imbecilli da sfruttare a proprio esclusivo vantaggio. E torniamo al solito discorso che nulla potrà un sistema "esterno", per quanto ben progettato, se ogni singolo componente della società non sarà stato opportunamente educato ed istruito a comprendere e seguire i suoi veri interessi, che non sono di tipo materiale.      

EDUCAZIONE SINGOLA E CIVICA
E si torna anche a quanto già detto sulla reale capacità e possibilità per l' individuo di distinguere il Bene dal Male, e su quella di un intervento Divino che lo aiuti ad uscire dall' esorbitante, incredibile, potentissimo coacervo degli inganni attuali, entro i quali, con le sue sole forze, l' uomo sarebbe giocoforza destinato a perdersi. Si torna a parlare dell' intervento diretto, nell' uomo e nella storia, di quella che il Vico chiamava "Provvidenza Storica", o l' evangelista Giovanni come "il Paraclito"; intervento atto ad educare e indirizzarne pensiero e azioni attraverso l' ispirazione ed una fede che, lungi dall' essere il dogma assiomaticamente accettato, passa attraverso la diretta esperienza e la conoscenza che da essa ne consegue.
Si torna a parlare di quella "fede razionale" che l' allievo nutre nei confronti del vero maestro in quanto entrambi condividono lo stesso progetto, entrambi desiderano le stesse cose, e conseguire il medesimo obiettivo. Progetto che è già intrinseco nella nostra anima, così come nell' esempio fatto il musicista è già intrinseco nell' allievo, ma che va scoperto, compreso e sviluppato: attraverso la viva esperienza, la fiducia e l' amore reciproci, la volontà di crescere e far crescere, insomma una "fede viva" sia nel maestro che nelle nostre potenzialità di allievi. Questi sono i presupposti di quell' Autorità Razionale senza la quale non è concepibile un vero processo educativo: autorità che tende a prendersi "amorevolmente" cura ed a colmare il dislivello esistente tra sè e l' allievo, in antitesi con la pseudo-autorità dogmatica che non prevede amore ma controllo, che non prevede crescita ma mantenimento e aumento delle distanze. Autorità Razionale che contempla un rapporto di amore e conoscenza, invece degli sterili sofismi di chi tende a far accettare una tesi precostituita.

Una volta fatta tale premessa, tutto il resto ne conseguirà, e potremo dedicarci ad individuare programmi e materie d' insegnamento. Considerato che il tempo a disposizione dell' individuo aumenterà, dovranno parallelamente aumentare anche le possibilità concrete della sua educazione, possibilità che dovranno essere accessibili durante l' intero arco della vita, e non solo limitate al periodo scolare.
Una parte fondamentale dovrà essere dedicata all' educazione civica, per rendere più consapevole la popolazione dei propri diritti / doveri, ed avere una minima infarinatura delle leggi fondamentali poste a tutela dei diritti di ciascuno. Questo proprio per limitare al minimo le possibili ingerenze dei furbi, degli "esperti" e del loro linguaggio farraginoso quasi sempre tendente al controllo occulto, dei sofisti capaci con l' utilizzo della retorica di dar a bere alla gente qualsiasi tesi. Questo per aumentare la possibilità di un dialogo quanto più diretto tra cittadino ed autorità, in piena consapevolezza dei propri diritti e più chiara percezione degli abusi altrui: non basta "essere buoni" per conseguire la costruzione di una società sana e desiderabile, se non si tolgono parallelamente di mezzo l' ingenuità e l' ignoranza. Allo stesso tempo la struttura amministrativa dovrà essere il meno burocratizzata possibile, favorendo la reale possibilità di un dialogo ed accesso diretto a prestazioni e servizi: è soprattutto nelle pieghe della burocrazia che il malaffare trova terreno fertile per insediarsi. L' uso di appropriate piattaforme web potrebbe oggi molto contribuire a questa accessibilità più diretta, eliminando molti passaggi intermedi ed il formarsi di tali ricettacoli del malaffare.
Va da sè che tale senso civico dovrà essere sviluppato a partire dal livello scolare, dove fin da subito la necessaria istruzione di tipo nozionistico dovrà essere affiancata da materie e metodi cognitivi basati sul concetto di "scoperta", di viva esperienza, di dialogo socratico quale strumento dialettico, di auto-crescita.

L' istruzione dovrà altresì agevolare la formazione verso i nuovi tipi di lavoro che si presenteranno: non solo quelli di tipo artigianale, agrario e distributivo che come abbiamo visto forniranno la base della comunità produttiva e sociale, ma penso anche a tutte quelle nuove applicazioni industriali verso prodotti tecnologici innovativi magari rimasti per anni chiusi nei cassetti dei ministeri, o verso le fonti di energia rinnovabile o rivoluzionarie fonti energetiche, di cui da anni esistono ricerche e applicazioni a livello di studio avanzato, anche queste bloccate in giacenza in fondo a qualche cassetto. Penso a tutta l' industria delle infrastrutture, che finalmente potrà mettere mano e risolvere in modo congruo il problema dei trasporti; alle comunicazioni tolte dalle grinfie dei soliti monopolisti, e da sviluppare anch' esse in reti locali che forniscano un servizio migliore e meno ricattatorio di quanto facciano oggi le grandi compagnie. Insomma il lavoro non mancherà certo, e la formazione, in particolare rispetto a questi settori, dovrà a maggior ragione essere aperta e accessibile durante tutto l' arco della vita. Penso ad un' informazione tolta al monopolio unico, che abbisognerà finalmente di veri giornalisti, che sappiano tornare a fare il loro lavoro di vera ricerca, e svolgere il compito di costituirsi quali "cani da guardia" verso il Potere. Giornalismo che, disinteressandosi ormai di dover fornire il mastodontico labirinto illusorio a far da paravento al potere costituito, potrà tornare ad occuparsi delle vere faccende della gente, a partire anch' esso dal locale, magari strutturandosi attraverso una rete di blog che sostituiscano in meglio, in quanto a contenuti, immediatezza e fruibilità, gli attuali giornali locali. Giornali telematici su cui tutti potranno confrontarsi e proporre opinioni, che finalmente saranno le opinioni "proprie" dei cittadini, e non quelle sentite dai "politici" e ripetute a pappagallo: ciò sarà favorito dal contestuale aumento di tempo a disposizione, e facilità di formarsi un' educazione civica. Giornali on-line da cui sparirà la maggior parte del trash oggi imperante, i pettegolezzi riguardanti divi dello schermo o dello sport, e spero anche tutta la cronaca sportiva, atta ad alimentare un dio che vicende attuali hanno ampiamente smascherato in tutto il suo apparato di malaffare e corruzione. L' amministrazione provvederà a sostenere lo sviluppo di luoghi di ritrovo e ricreazione che non siano solo sale bingo e palestre: voglio tornare a vedere le sale cinematografiche anche nei medi e piccoli centri, i cineforum, gli spettacoli teatrali non ad uso esclusivo di un' elite, concerti non solo negli stadi, e sale dedicate a luogo d' incontro, discussione e dibattito culturale.
Lo sport torni al suo ruolo più utile e primario: sia praticato dal vivo e dalla massa, non osannato da idioti decerebrati nei riti orgiastici da grande stadio. Il calcio torni ad essere giocato nei campetti d' oratorio, e le competizioni si tengano a livello comunale, e stop. Si tolga alimentazione a questo assurdo baraccone e a tutti quelli simili, che furbescamente oggi si spacciano per attività ricreativo-culturali, mentre non sono che l' esaltazione dell' ignoranza e momento di sfogo dei più bassi e meschini istinti dell' uomo.
Anche nella cultura varrà il motto di "meno soldi al mercato, e più all' essere". Ma guardacaso anche qui, come conseguenza della decentralizzazione e della diffusione del piccolo e capillare, si avrà anche un maggior ritorno economico sul territorio, e minor rischio di interessi sporchi.      

AIUTAMI A FARE DA SOLO
La famiglia è il primo e più importante strumento educativo, proprio perchè la sua potenza condizionatrice si esercita su persone piccole, indifese, prive di elementi esterni di riferimento e paragone. Purtroppo ben pochi genitori hanno le caratteristiche per svolgere il ruolo di educatori: l' adulto attuale altro non è, in genere, che un "puzzle" di convenzioni, credo e modi passivamente acquisiti, magari solo per sentito dire; la famiglia è spesso un ricettacolo e teatro dello stress lavorativo accumulato durante il giorno. A farne le spese sono i piccoli, sovente abbandonati a sè stessi, o buttati nel primo "nido" che capita, e comunque atti ad assorbire per loro stessa natura le maggior informazioni emotive e caratteriali dall' ambiente che li circonda. Spesso la famiglia costituisce un vero e proprio disastro educazionale, cui l' adolescente sarà costretto a porre in seguito rimedio, a volte con vera e propria fatica e disagio esistenziale.
Premesso che anche questa disastrosa forma di famiglia sarà destinata a sparire dalla nostra utopia, val la pena domandarsi se non sia ipotizzabile una forma di scuola materna che non crei danni, ma agevoli lo sviluppo formativo e cognitivo del bambino. Un buon modello in tal senso è quello fornito dal "metodo Montessori", il cui motto è riconducibile alla frase "Aiutami a fare da solo". In questo tipo di scuole il bambino impara ad auto-educarsi in base alla viva esperienza dedotta direttamente dall' ambiente, e non inculcata esternamente. L' insegnante deve anzi limitarsi al minor intervento possibile, deve astenersi dal "sostituirsi" al bambino e, con metodo e pazienza, fare in modo che questi impari praticamente da solo. Anche l' autodisciplina sarà appresa allo stesso modo, favorita da un ambiente apposito in cui il bambino, per esempio, ha a che fare con stoviglie fragili, di vetro e ceramica. L' utilizzo obbligatoriamente accorto di tali materiali lo formerà a capire che non può gettare e rompere oggetti, a contenere l' impulsività e dare ad essa un più evoluto indirizzo. Il presupposto indispensabile è quello della massima fiducia nelle capacità del bambino a scoprire la propria naturale attitudine alla curiosità, al desiderio di imparare, all' esplorazione dell' ambiente circostante, all' auto-apprendimento. In una parola, tutto il contrario di quanto avviene oggi sia in famiglia che negli asili, dove l' imposizione dirigista ed autoritaria del "Si fa come dico io" è la norma.
Un tale diverso approccio è essenziale nei primi anni di vita in quanto andrà a costituire il modello di introiettato riferimento anche negli anni a venire: bambini che imparano ad essere "persone raziocinanti" (e non burattini obbedienti) fin da piccoli, sapranno mantenere tale importante capacità anche nella vita adulta.
Ma soprattutto l' aver sviluppato il loro "nocciolo" di genuinità, e non represso in osservanza di rigide norme, ricatti emotivi di ogni sorta, cattivo esempio caratteriale, condurrà ad uno sviluppo quanto più sano possibile, evitando quei probemi emotivo caratteriali a volte drammatici, che spesso segnano un' esistenza intera.

Molte cose si potrebbero ancora dire sull' educazione e formazione, e molte saranno da sperimentare tenendo sempre di vista lo sviluppo ottimale delle singole potenzialità in antitesi alla massificazione, alla castrazione, all' automatismo da automi. Non tutto ovviamente dovrà e potrà essere regolamentato, e l' utilizzo del maggior tempo a disposizione resterà una scelta fondamentale dell' individuo, portato ora veramente, con la maggior libertà sociale e con le aumentate capacità individuali a disposizione, ad esprimere più pienamente il suo libero arbitrio. A lui ora la scelta se orientarsi ancora in senso materialistico, egoistico, possessivo e di controllo del prossimo, o optare per uno sviluppo più sano, spirituale, uno sviluppo dell' Essere e delle sue potenzialità, degli affetti, delle relazioni sincere, della spontaneità, di una fattività autentica e liberata dalla costrizione, in una parola di una vita più vera.

Alla prossima, tuo Patrick Troll