domenica 24 maggio 2015

Sul Reddito di Cittadinanza

Quanto al Reddito di Cittadinanza c'è poco da dire: è uno strumento indispensabile per far ripartire il sistema produttivo e la società nel suo complesso, tantopiù che esso è previsto dalla stessa normativa europea, e variamente applicato in tutti i paesi dell' Unione, tranne Italia e Grecia. Ovviamente anche questo avrebbe poco senso se applicato come strumento singolo, magari atto semplicemente a reiterare il vecchio stato di cose; il suo senso più compiuto, come visto anche parlando di Moneta Complementare, dovrebbe essere quello "strumento concomitante" agli altri già esaminati, in grado se usati contestualmente di avviare e portare ad una prima attuazione di quella trasformazione complessiva del Sistema Produttivo e Distributivo come enunciata in questa lettera.
Va da sè che per assolvere a tale funzione lo strumento del reddito di cittadinanza non può assumere la forma di una "carità assistenziale", ma dovrà rispondere al concreto criterio di rimettere veramente il singolo in grado di "potersi spendere" e poter concretamente agire a livello di collettività, e dar forma a quel tipo di comunità già vista quale cellula base, "valvola energetica", agente primo di trasformazione del vecchio e implementazione del nuovo sistema.
Con una copertura alle spalle che ne garantisca e tuteli l' esistenza, sia il disoccupato che l' imprenditore prossimo ad impiccarsi troveranno nuovo motivo di vita e di speranza, e potranno finalmente intuire ed approcciare anche un nuovo modo di gestirsi e di rimettersi in gioco, un modo autonomo che, anche grazie all' introduzione dello Scec e del meccanismo di Empori e Botteghe, consenta un legame con la realtà locale svincolato dai ricatti e dalle pretestuose pressioni sia nazionali che europee. Ancora meglio se, grazie all' azione congiunta di questi strumenti, arriveranno a formarsi delle piccole cooperative che, consapevoli della nuova realtà da affrontare, sappiano rivedere il modo, i fini ed i beni della produzione, indirizzandola a prodotti di possibile diretto smercio e utilizzo sul territorio, e da questo pienamente assorbiti. Ecco che cadrà anche il mantra che occorra "produrre molto", in quanto occorrerà produrre solo "il giusto"; e sparirà anche quello della "competitività", sostituita da una comune pianificazione delle reali esigenze, e delle potenzialità di reale assorbimento del territorio. Lo stesso concetto di lavoro comincerà a perdere la sua connotazione attuale di asservimento ad un "mercato" artefatto, per assumere quella più veritiera di "puro strumento" atto alla soddisfazione del reale fabbisogno, soddisfatto il quale si libereranno il tempo e la vita dell' uomo dalla schiavitù e dal ricatto esistenziale, per impiegarli finalmente verso scopi più autentici, genuini e veritieri. Un punto d' arrivo sarà inoltre quello di arrivare a regolamentare la proprietà dei mezzi di produzione come già precedentemente enunciato, in modo da costituire quell' osmosi e capacità di assorbimento di base, che garantiranno che la domanda di potenziale lavoro sia sempre superiore all' offerta.
Questo dunque il vero senso e direzione di un reddito di cittadinanza, da applicarsi contestualmente agli altri strumenti già visti, di concreta e immediata possibilità di attuazione.

MODELLO E APPLICAZIONE
Il modello previsto dal Movimento 5 Stelle, peraltro l' unico oggi esistente ad un soddisfacente livello di pianificazione, sembra essere abbastanza adeguato se osservato in quest' ottica: 780 euro mensili sono appena sopra la soglia di "carità", ma insomma consentono di sopravvivere. Toglierei il limite dei "tre anni", per estenderlo comunque sia a chi perda il lavoro, che ai pensionati con pensione minima, agli extracomunitari, ai giovani in cerca di primo impiego ( anche per consentire loro la libera frequentazione di corsi di aggiornamento ecc ), ed a chiunque, in qualsiasi momento, si trovi a dover affrontare un corso di studi atto al reinserimento o adeguamento della propria posizione lavorativa. Questo in coerenza al fatto che nel nostro nuovo sistema sociale si libereranno tempo e possibilità di nuovi lavori, magari completamente da apprendere come quelli di tipo artigianale, di nuove attività legate al locale, e via dicendo. Dovrà quindi essere garantito a tutti, ad ogni età, il possibile accesso a tali nuove forme di lavoro.
Ecco che in tale ottica assume anche più senso la clausola dei "tre lavori" offerti, come condizione del mantenimento del reddito di cittadinanza: condizione ad oggi piuttosto utopica e difficile da rispettare, ma che diventa sensata, fino a diventare una clausola puramente pleonastica e quindi eliminabile, in un sistema produttivo e sociale come già enunciato, in cui la domanda di lavoro sia sempre superiore all' offerta, ed in cui esista quell' osmosi di base atta a garantire al singolo la possibilità di trovare sempre nel mondo del lavoro la maggior realizzazione, anche personale, possibile. Questo garantirà anche l' impegno e la qualità nelle mansioni svolte: chi non risulta o non si sente adatto a svolgere una determinata mansione sarà sempre libero di cambiare lavoro, senza drammi o costrizioni di sorta. Va da sè che a questo punto la popolazione sarà pienamente legittimata a pretendere il miglior servizio possibile in ogni campo: da quelli, importantissimi, dell' amministrazione, dell' istruzione ed educazione, fino a quello fornito dal commesso di negozio. Le persone non adatte alla loro mansione finiranno semplicemente per essere automaticamente selezionate da tale sistema a rivolgersi ad altro impiego o lavoro che sia.

BELLO, MA MANCANO I SOLDI
L' obiezione più comune, nonchè solito mantra della "mancanza" di questa o quella cosa ( manca il lavoro, mancano i soldi, manca l' energia, mancano le materie prime ), è la solita BALLA indotta dal sistema e dai suoi controllori più o meno occulti, quali media e politici asserviti. Guarda caso i soldi non mancano mai per le spese militari, per i privilegi di amministratori vari, per le pensioni e i vitalizi d' oro, per le consulenze dei sedicenti "esperti" asserviti, per gli stipendi spropositati dei componenti i Cda delle grandi società di capitale, per gli sprechi di Stato, per gli enti inutili, e via dicendo, la lista è molto lunga.
Anche senza toccare l' argomento, che qui sarebbe opportuno per l' ennesima volta ricordare, dell' enorme spesa sostenuta a rifondere un falso Debito Pubblico, semplicemente rastrellando e facendo la dovuta pulizia in tali settori si arriverebbe non solo a trovare i fondi necessari, ma anche a equilibrare e portare giustizia in un assetto sociale oggi spropositatamente iniquo. E sempre parlando di soldi, dal nostro nuovo sistema dovranno non solo sparire tutti questi "pozzi senza fondo", non solo essere dichiarate fuorilegge tutte le attività speculativo-finanziarie e le società di capitale, ma anche stabilito un TETTO MASSIMO DI REDDITO procapite, raggiunto il quale non sarà possibile guadagnare oltre, in quanto il surplus andrà direttamente a favore della collettività di riferimento.
La visione di questo breve filmato servirà a fugare ogni ulteriore dubbio in merito.

E IO PERCHE' DOVREI LAVORARE ?
Altra obiezione nonchè luogo comune tipico è quello che l' introduzione del reddito di cittadinanza porterebbe ad un impigrimento generale, alla tendenza a vivere sugli allori, all' ingiustizia di principio verso chi per guadagnare è costretto a lavorare.
Senza dire delle GRAVISSIME INGIUSTIZIE cui il reddito di cittadinanza andrebbe invero a porre rimedio, quello che rimette in discussione è il concetto stesso di lavoro, e un modello sociale basato sul ricatto esistenziale, sull' esclusione della parte non produttiva, un modello che, nonostante le sue assurde pretese, non è più nemmeno in grado di garantire l' esistenza tramite l'occupazione, e che letteralmente condanna a morte proprio quella che è stata la parte sociale produttiva e volano del proprio sviluppo. Chi pone queste obiezioni in pratica giustifica il genocidio.
Tuttavia l' obiezione contiene anche un suo fondo di verità, ed è collegata al porsi una questione basilare sul senso stesso del lavoro e dell' esistenza. Oggi l' esistenza viene giustificata col lavoro tout-court, ma anche questa non è che la solita BALLA, il solito mantra di sistema: togliamo dall' argomento "lavoro" tutto il castello sovrastante di sfruttamento, mercificazione della persona, esigenze di un mercato fasullo ecc, e lo ridurremo alla sua vera, duplice funzione:
1) quella di adempiere al soddisfacimento delle necessità fisiche e corporali
2) quella di adempiere alla richiesta di personale realizzazione, sebbene non in modo esclusivo e totale ma solo parziale, della persona.
Un sistema che riconduca il lavoro a queste due uniche e veritiere esigenze debellerà automaticamente la schiavitù, l' asservimento al lavoro come unico motivo di vita, il ricatto esistenziale, per riportarlo alla sua vera funzione. Nel sistema produttivo già descritto, stanti le possibilità di osmosi e assorbimento della base produttiva, il lavoro non sarà più vissuto come "costrizione", ma come possibilità di autorealizzazione; la persona non solo avrà la possibilità di cambiare, ma anche più tempo a disposizione, tempo prima completamente assorbito da una falsa concezione di lavoro. In un rinnovato sistema produttivo dove non valga più la regola del consumismo coatto, ma quella del produrre solo "il giusto", la necessità di lavoro, soprattutto quello di tipo ripetitivo e meno gratificante, diminuirà, anche considerando il fatto che tutti avranno la possibilità di lavorare in quanto come visto la domanda supererà l' offerta: ecco che esso potrà essere ridotto a 4 ore giornaliere, ovviamente mantenendo una retribuzione dignitosa, in grado di far fronte alle esigenze esistenziali e sociali dell' individuo. La retribuzione adeguata dovrà anche liberare dall' obbligo che serva il lavoro di entrambi i componenti di una famiglia per sopravvivere: ogni individuo deve essere libero di potersi diversamente e singolarmente orientare, scegliere e cambiare senza scontrarsi con impedimenti sociali e/o familiari. Liberando tempo dal lavoro, questo non sarà più vissuto come una penosa costrizione, ma come una prospettiva di realizzazione personale. ( vedi anche quanto già detto a proposito di lavoro ).
Va inoltre riconosciuto che 780 Euro mensili potranno servire da valida copertura in caso di disoccupazione, di diverso orientamento lavorativo, di momento di studi ed aggiornamento, ma non possono certo costituire uno stabile, soddisfacente e continuo standard di vita, nè dare la possibilità di fronteggiare emergenze, spese impreviste, contestuale retribuzione di un canone d'affitto, acquisto straordinario di beni quali per esempio un' automobile, ecc: anche per questo motivo, oltre al fatto che "far niente" è estremamente difficile e penoso, il singolo sarà portato spontaneamente ad orientarsi verso quelle che finalmente saranno reali e soddisfacenti opportunità che il mondo del lavoro potrà offrire e garantire.

Per tutti questi motivi il Reddito di Cittadinanza, come proposto dal Movimento 5 Stelle ed opportunamente rivisto in alcune clausule come sopra indicato, costituisce un ottimo strumento, se usato in concomitanza a quelli già visti, per il conseguimento di un vero, profondo e giusto cambiamento dell' intero apparato produttivo e sociale. 

Alla prossima, tuo Patrick Troll.