Quanto al Reddito di Cittadinanza c'è poco da dire: è uno strumento indispensabile per far ripartire il sistema produttivo e la società nel suo complesso, tantopiù che esso è previsto dalla stessa normativa europea, e variamente applicato in tutti i paesi dell' Unione, tranne Italia e Grecia. Ovviamente anche questo avrebbe poco senso se applicato come strumento singolo, magari atto semplicemente a reiterare il vecchio stato di cose; il suo senso più compiuto, come visto anche parlando di Moneta Complementare, dovrebbe essere quello "strumento concomitante" agli altri già esaminati, in grado se usati contestualmente di avviare e portare ad una prima attuazione di quella trasformazione complessiva del Sistema Produttivo e Distributivo come enunciata in questa lettera.
Va da sè che per assolvere a tale funzione lo strumento del reddito di cittadinanza non può assumere la forma di una "carità assistenziale", ma dovrà rispondere al concreto criterio di rimettere veramente il singolo in grado di "potersi spendere" e poter concretamente agire a livello di collettività, e dar forma a quel tipo di comunità già vista quale cellula base, "valvola energetica", agente primo di trasformazione del vecchio e implementazione del nuovo sistema.
Con una copertura alle spalle che ne garantisca e tuteli l' esistenza, sia il disoccupato che l' imprenditore prossimo ad impiccarsi troveranno nuovo motivo di vita e di speranza, e potranno finalmente intuire ed approcciare anche un nuovo modo di gestirsi e di rimettersi in gioco, un modo autonomo che, anche grazie all' introduzione dello Scec e del meccanismo di Empori e Botteghe, consenta un legame con la realtà locale svincolato dai ricatti e dalle pretestuose pressioni sia nazionali che europee. Ancora meglio se, grazie all' azione congiunta di questi strumenti, arriveranno a formarsi delle piccole cooperative che, consapevoli della nuova realtà da affrontare, sappiano rivedere il modo, i fini ed i beni della produzione, indirizzandola a prodotti di possibile diretto smercio e utilizzo sul territorio, e da questo pienamente assorbiti. Ecco che cadrà anche il mantra che occorra "produrre molto", in quanto occorrerà produrre solo "il giusto"; e sparirà anche quello della "competitività", sostituita da una comune pianificazione delle reali esigenze, e delle potenzialità di reale assorbimento del territorio. Lo stesso concetto di lavoro comincerà a perdere la sua connotazione attuale di asservimento ad un "mercato" artefatto, per assumere quella più veritiera di "puro strumento" atto alla soddisfazione del reale fabbisogno, soddisfatto il quale si libereranno il tempo e la vita dell' uomo dalla schiavitù e dal ricatto esistenziale, per impiegarli finalmente verso scopi più autentici, genuini e veritieri. Un punto d' arrivo sarà inoltre quello di arrivare a regolamentare la proprietà dei mezzi di produzione come già precedentemente enunciato, in modo da costituire quell' osmosi e capacità di assorbimento di base, che garantiranno che la domanda di potenziale lavoro sia sempre superiore all' offerta.
Questo dunque il vero senso e direzione di un reddito di cittadinanza, da applicarsi contestualmente agli altri strumenti già visti, di concreta e immediata possibilità di attuazione.